Osservazioni sul “Ramo d’oro” di Frazer: Difference between revisions

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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}}  
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 313}} Bisogna cominciare dall’errore e portarlo alla verità.
 
Bisogna cominciare dall’errore e portarlo alla verità.


Cioè bisogna portare alla luce la fonte dell’errore, altrimenti non serve a nulla ascoltare la verità. Essa non può fare breccia se qualcos’altro occupa il suo posto.
Cioè bisogna portare alla luce la fonte dell’errore, altrimenti non serve a nulla ascoltare la verità. Essa non può fare breccia se qualcos’altro occupa il suo posto.
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Non sarà tuttavia mai plausibile che gli esseri umani facciano //tutto questo// per pura stupidità.
Non sarà tuttavia mai plausibile che gli esseri umani facciano //tutto questo// per pura stupidità.


Quando per esempio egli ci spiega che il re dovrebbe essere ucciso nel fiore degli anni poiché altrimenti, secondo le visioni dei selvaggi, la sua anima non verrebbe conservata intatta, in tal caso si può soltanto dire: laddove tale usanza e questa visione coincidono, lì non è l’usanza a scaturire dalla visione, ma sono appunto presenti entrambe.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 314}} Quando per esempio egli ci spiega che il re dovrebbe essere ucciso nel fiore degli anni poiché altrimenti, secondo le visioni dei selvaggi, la sua anima non verrebbe conservata intatta, in tal caso si può soltanto dire: laddove tale usanza e questa visione coincidono, lì non è l’usanza a scaturire dalla visione, ma sono appunto presenti entrambe.


Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma questo fatto <s>usanza</s> si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.
Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma questo fatto <s>usanza</s> si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.
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Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 315}} Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.




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Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.
Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso di oggi, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere “''spiegato''” e non può essere spiegato.
 
 
Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso di oggi, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere “''spiegato''” e non può essere spiegato.




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La rappresentazione di un desiderio è, ''eo ipso'', rappresentazione del suo compimento.
La rappresentazione di un desiderio è, ''eo ipso'', rappresentazione del suo compimento.


La magia però porta un desiderio alla sua rappresentazione, lo esterna. {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}}
La magia però porta un desiderio alla sua rappresentazione, lo esterna.
 


Il battesimo come lavaggio. – Sorge un errore solo quando la magia viene approcciata scientificamente.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 317}} Il battesimo come lavaggio. – Sorge un errore solo quando la magia viene approcciata scientificamente.


Se l’adozione di un bambino avviene in modo tale per cui la madre lo estrae dalle proprie vesti, è ben folle credere che qui si commetta un ''errore'' e che lei sia convinta di aver partorito il bambino.
Se l’adozione di un bambino avviene in modo tale per cui la madre lo estrae dalle proprie vesti, è ben folle credere che qui si commetta un ''errore'' e che lei sia convinta di aver partorito il bambino.
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Perché a una persona non dovrebbe poter essere sacro il proprio nome? Da un lato è davvero lo strumento più importante che gli venga concesso, dall’altro è come un gioiello con cui viene cinto sin dalla nascita.
Perché a una persona non dovrebbe poter essere sacro il proprio nome? Da un lato è davvero lo strumento più importante che gli venga concesso, dall’altro è come un gioiello con cui viene cinto sin dalla nascita.


Si vede fino a che punto siano ingannevoli le spiegazioni di Frazer – credo – dal fatto che sarebbe possibile inventare assai facilmente per conto proprio dei costumi primitivi e che sarebbe un caso se essi non venissero realmente scoperti da qualche parte. Ciò significa che il principio secondo cui tali costumi sono regolati è ben più generale di quanto Frazer non esplichi e che esso è presente all’interno della nostra stessa anima, così che potremmo concepire da noi tutte le possibilità. – Possiamo ben immaginare ad esempio che il re di una tribù sia tenuto al riparo dalla vista di chiunque, ma altrettanto bene che chiunque
Si vede fino a che punto siano ingannevoli le spiegazioni di Frazer – credo – dal fatto che sarebbe possibile inventare assai facilmente per conto proprio dei costumi primitivi e che sarebbe un caso se essi non venissero realmente scoperti da qualche parte. Ciò significa che il principio secondo cui tali costumi sono regolati è ben più generale di quanto Frazer non esplichi e che esso è presente all’interno della nostra stessa anima, così che potremmo concepire da noi tutte le possibilità. – Possiamo ben immaginare ad esempio che il re di una tribù sia tenuto al riparo dalla vista di chiunque, ma altrettanto bene che chiunque {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 318}} faccia parte della tribù debba vederlo. Allora non si lascerà certamente che quest’ultima cosa avvenga in maniera più o meno casuale, bensì il re verrà ''mostrato'' al popolo. Forse non verrà consentito a nessuno di toccarlo, forse invece tutti ''dovranno'' toccarlo. Pensiamo che dopo la morte di Schubert, il fratello fece a pezzetti le sue partiture e ne diede alcune battute ai suoi studenti più amati. Questo atto, come segno di pietà, ci risulta ''altrettanto'' comprensibile quanto quello di custodire intatti gli spartiti e non lasciare che nessuno vi abbia accesso. Se il fratello di Schubert avesse bruciato le partiture, anche questo avrebbe potuto essere concepito come segno di pietà.
 
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faccia parte della tribù debba vederlo. Allora non si lascerà certamente che quest’ultima cosa avvenga in maniera più o meno casuale, bensì il re verrà ''mostrato'' al popolo. Forse non verrà consentito a nessuno di toccarlo, forse invece tutti ''dovranno'' toccarlo. Pensiamo che dopo la morte di Schubert, il fratello fece a pezzetti le sue partiture e ne diede alcune battute ai suoi studenti più amati. Questo atto, come segno di pietà, ci risulta ''altrettanto'' comprensibile quanto quello di custodire intatti gli spartiti e non lasciare che nessuno vi abbia accesso. Se il fratello di Schubert avesse bruciato le partiture, anche questo avrebbe potuto essere concepito come segno di pietà.


Il cerimoniale (caldo o freddo), in contrapposizione alla casualità (tiepida), caratterizza la pietà.  
Il cerimoniale (caldo o freddo), in contrapposizione alla casualità (tiepida), caratterizza la pietà.  
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Il mangiare e il bere sono collegati a un rischio non soltanto per i selvaggi, ma anche per noi; niente è più naturale che il volersi proteggere da queste cose: e noi stessi potremmo inventare talune misure precauzionali. – Ma secondo quale principio lo facciamo? //Per quale principio le escogitiamo?// Ovviamente questo: tutti i rischi vengono ridotti formalmente ad alcuni assai semplici che sono senz’altro visibili per chiunque. Dunque secondo lo stesso principio secondo il quale le persone incolte fra noi dicono che la malattia si sposta dalla testa al petto etc. etc. La personificazione giocherà naturalmente un ruolo importante in queste immagini semplicistiche, poiché ci è noto //è noto a tutti//, che gli uomini (dunque gli spiriti) possono diventare pericolose per gli uomini.
Il mangiare e il bere sono collegati a un rischio non soltanto per i selvaggi, ma anche per noi; niente è più naturale che il volersi proteggere da queste cose: e noi stessi potremmo inventare talune misure precauzionali. – Ma secondo quale principio lo facciamo? //Per quale principio le escogitiamo?// Ovviamente questo: tutti i rischi vengono ridotti formalmente ad alcuni assai semplici che sono senz’altro visibili per chiunque. Dunque secondo lo stesso principio secondo il quale le persone incolte fra noi dicono che la malattia si sposta dalla testa al petto etc. etc. La personificazione giocherà naturalmente un ruolo importante in queste immagini semplicistiche, poiché ci è noto //è noto a tutti//, che gli uomini (dunque gli spiriti) possono diventare pericolose per gli uomini.


Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 318}}, in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé ogni giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, emergerà //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò che noi realmente conosciamo e che risulta interessante.
Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 319}}, in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé ogni giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, emergerà //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò che noi realmente conosciamo e che risulta interessante.


Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non “perché non se lo riesce a spiegare” (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una “spiegazione”, infatti, diventa forse meno impressionante?
Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non “perché non se lo riesce a spiegare” (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una “spiegazione”, infatti, diventa forse meno impressionante?
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Non intendo dire che il ''fuoco'' debba puntualmente suscitare un’impressione a chiunque. Il fuoco non più di qualunque altro fenomeno, e un certo fenomeno per una persona, un altro fenomeno per un’altra. Nessun fenomeno infatti è in sé particolarmente misterioso, ma tutti possono diventarlo ai nostri occhi, e questa è per l’appunto la caratteristica dello spirito umano al suo destarsi: che un fenomeno gli possa diventare significativo. Si potrebbe quasi affermare che l’uomo sia un animale cerimoniale. Il che chiaramente è in parte falso, in parte insensato, ma contiene anche qualcosa di esatto.
Non intendo dire che il ''fuoco'' debba puntualmente suscitare un’impressione a chiunque. Il fuoco non più di qualunque altro fenomeno, e un certo fenomeno per una persona, un altro fenomeno per un’altra. Nessun fenomeno infatti è in sé particolarmente misterioso, ma tutti possono diventarlo ai nostri occhi, e questa è per l’appunto la caratteristica dello spirito umano al suo destarsi: che un fenomeno gli possa diventare significativo. Si potrebbe quasi affermare che l’uomo sia un animale cerimoniale. Il che chiaramente è in parte falso, in parte insensato, ma contiene anche qualcosa di esatto.


Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente
Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 320}} e che si potrebbero chiamare azioni rituali.
 
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e che si potrebbero chiamare azioni rituali.




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Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: “Ho paura della vendetta degli dèi”, ciò mostra che con ciò (posso) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non è necessariamente collegato a quella credenza.
Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: “Ho paura della vendetta degli dèi”, ciò mostra che con ciò (posso) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non è necessariamente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 321}} collegato a quella credenza.
 
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Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.
Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.
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Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione “''panoramica''”.
Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione “''panoramica''”.


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Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} vediamo le cose. (Una specie di “visione del mondo” quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 282}} vediamo le cose. (Una specie di “visione del mondo” quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)




Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi “vediamo le connessioni”. Da ciò l’importanza di trovare ''elementi di congiunzione''.
Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi “vediamo le connessioni”. Da ciò l’importanza di trovare ''elementi di congiunzione''.


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Tuttavia, in questo caso un ipotetico elemento di congiunzione non dovrebbe far altro che indirizzare l’attenzione sulla somiglianza, sulla connessione tra i ''fatti''. Come se qualcuno volesse illustrare //illustrasse// il rapporto interno tra la forma circolare ed ellittica trasformando gradualmente un’ellissi in un cerchio; ''ma non per sostenere che una certa ellissi di fatto, storicamente, sia derivata da un cerchio'' (ipotesi di sviluppo), ma soltanto aguzzare la nostra vista su una connessione formale.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 322}}
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 322}} Tuttavia, in questo caso un ipotetico elemento di congiunzione non dovrebbe far altro che indirizzare l’attenzione sulla somiglianza, sulla connessione tra i ''fatti''. Come se qualcuno volesse illustrare //illustrasse// il rapporto interno tra la forma circolare ed ellittica trasformando gradualmente un’ellissi in un cerchio; ''ma non per sostenere che una certa ellissi di fatto, storicamente, sia derivata da un cerchio'' (ipotesi di sviluppo), ma soltanto aguzzare la nostra vista su una connessione formale.




Vorrei dire: nulla mostra la nostra parentela con quei selvaggi meglio del fatto che Frazer abbia a portata di mano termini per lui e per noi tanto comuni, quali ''ghost''<ref>"Spirito" (''N. d. T.'').</ref> o ''shade''<ref>"Ombra" (''N. d. T.'').</ref>, per descrivere le vedute di questi popoli.
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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 250}}


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 250}} Vorrei dire: nulla mostra la nostra parentela con quei selvaggi meglio del fatto che Frazer abbia a portata di mano termini per lui e per noi tanto comuni, quali ''ghost''<ref>"Spirito" (''N. d. T.'').</ref> o ''shade''<ref>"Ombra" (''N. d. T.'').</ref>, per descrivere le vedute di questi popoli.


(Sarebbe certo ben diverso se egli riferisse che i selvaggi si immaginavano //immaginano// che la testa gli caschi a terra dopo aver ucciso un nemico. In questo caso, ''la nostra descrizione'' non avrebbe in sé nulla di superstizioso o magico.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 251}} (Sarebbe certo ben diverso se egli riferisse che i selvaggi si immaginavano //immaginano// che la testa gli caschi a terra dopo aver ucciso un nemico. In questo caso, ''la nostra descrizione'' non avrebbe in sé nulla di superstizioso o magico.)




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Esorcizzare o uccidere la morte; ma d’altro canto essa viene raffigurata come scheletro, perciò in un certo senso lei stessa morta. «''As dead as death''».<ref>"Morto come la morte" (''N. d. T.'').</ref> “Nulla è tanto morto quanto la morte, niente tanto bello quanto la stessa bellezza”. L’immagine a partire dalla quale la realtà viene qui pensata è quella secondo cui la bellezza, la morte etc. è la sostanza pura (concentrata), mentre in un oggetto bello è presente come mescolanza. //sono le sostanze pure (concentrate), mentre in un oggetto bello sono presenti come mescolanza.// – Non riconosco qui le mie proprie osservazioni su “oggetto” e “complesso”?
Esorcizzare o uccidere la morte; ma d’altro canto essa viene raffigurata come scheletro, perciò in un certo senso lei stessa morta. «''As dead as death''».<ref>"Morto come la morte" (''N. d. T.'').</ref> “Nulla è tanto morto quanto la morte, niente tanto bello quanto la stessa bellezza”. L’immagine a partire dalla quale la realtà viene qui pensata è quella secondo cui la bellezza, la morte etc. è la sostanza pura (concentrata), mentre in un oggetto bello è presente come mescolanza. //sono le sostanze pure (concentrate), mentre in un oggetto bello sono presenti come mescolanza.// – Non riconosco qui le mie proprie osservazioni su “oggetto” e “complesso”?


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Nei riti antichi abbiamo l’impiego di un linguaggio gestuale oltremodo sviluppato.
 
Nei riti antichi abbiamo l’impiego di un linguaggio gestuale oltremodo sviluppato.


E quando leggo Frazer, a ogni piè sospinto mi vien voglia di dir così: anche nel nostro linguaggio verbale abbiamo davanti agli occhi tutti questi processi, questi mutamenti del significato. Quando ciò che si nasconde nell’ultimo covone viene chiamato “lupo del grano”, ma viene chiamato così anche questo stesso covone, e anche l’uomo che lo lega, riconosciamo qui una dinamica linguistica che ci è ben familiare.<ref>Nel capitolo “La madre e la vergine del grano nell’Europa settentrionale” (''Il ramo d’oro'', cap. XLV, vol. I), Frazer riferisce delle credenze popolari nate fra i contadini (soprattutto donne) per incitarsi a lavorare al raccoglimento e legatura dei mannelli, i covoni, nella convinzione che colui cui fosse toccato l’ultimo se la sarebbe dovuta vedere con uno spirito maligno nascosto nell’ultimo covone, spirito che – soprattutto in Germania, nel Mecklenburgo – era incarnato dal “lupo del grano” (''N.d.T.'').</ref>
E quando leggo Frazer, a ogni piè sospinto mi vien voglia di dir così: anche nel nostro linguaggio verbale abbiamo davanti agli occhi tutti questi processi, questi mutamenti del significato. Quando ciò che si nasconde nell’ultimo covone viene chiamato “lupo del grano”, ma viene chiamato così anche questo stesso covone, e anche l’uomo che lo lega, riconosciamo qui una dinamica linguistica che ci è ben familiare.<ref>Nel capitolo “La madre e la vergine del grano nell’Europa settentrionale” (''Il ramo d’oro'', cap. XLV, vol. I), Frazer riferisce delle credenze popolari nate fra i contadini (soprattutto donne) per incitarsi a lavorare al raccoglimento e legatura dei mannelli, i covoni, nella convinzione che colui cui fosse toccato l’ultimo se la sarebbe dovuta vedere con uno spirito maligno nascosto nell’ultimo covone, spirito che – soprattutto in Germania, nel Mecklenburgo – era incarnato dal “lupo del grano” (''N.d.T.'').</ref>


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Io potrei immaginare di aver avuto facoltà di scegliere un’entità della terra come dimora della mia anima e che il mio spirito abbia eletto questa modesta creazione (non-attraente) come sua sede e punto d’osservazione. Ad esempio perché gli risultava odiosa la straordinarietà di una sede bella. A tal fine lo spirito doveva certamente esser molto sicuro di sé.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 253}}


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=110|page= 253}} Io potrei immaginare di aver avuto facoltà di scegliere un’entità della terra come dimora della mia anima e che il mio spirito abbia eletto questa modesta creazione (non-attraente) come sua sede e punto d’osservazione. Ad esempio perché gli {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 254}} risultava odiosa la straordinarietà di una sede bella. A tal fine lo spirito doveva certamente esser molto sicuro di sé.


{{leftaside|ø\}}
Si potrebbe dire: “In prospettiva si può trovare un fascino”, ma questo sarebbe sbagliato. Corretto è dire che ciascuna prospettiva risulta significativa per chi la vede significativa (il che però non vuol dire vederla diversa da com’è). Già, in questo senso, ogni prospettiva è ugualmente significativa.
Si potrebbe dire: “In prospettiva si può trovare un fascino”, ma questo sarebbe sbagliato. Corretto è dire che ciascuna prospettiva risulta significativa per chi la vede significativa (il che però non vuol dire vederla diversa da com’è). Già, in questo senso, ogni prospettiva è ugualmente significativa.


{{leftaside|ø\}}
Ed è certo anche importante che io debba far mio anche il disprezzo degli altri nei miei confronti «↓ verso di me», quale componente essenziale e significativa del mondo visto a partire dalla mia posizione.
Ed è certo anche importante che io debba far mio anche il disprezzo degli altri nei miei confronti «↓ verso di me», quale componente essenziale e significativa del mondo visto a partire dalla mia posizione.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 254}}


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 255}} Se a una persona fosse data la possibilità di scegliere di nascere su un albero di un bosco //di farsi partorire su un albero di un bosco//, ci sarebbero quelli che vorrebbero aggiudicarsi l’albero più bello o più alto, altri che opterebbero per il più basso, altri che vorrebbero sceglierne uno nella media o al di sotto della media degli alberi, e questo, voglio dire, non per spirito filisteo, ma proprio per lo stesso motivo, o il genere di motivo, per cui gli altri hanno scelto gli alberi più alti. Il fatto che la percezione che abbiamo della nostra vita sia paragonabile a quella di una creatura che ha potuto scegliersi il proprio posto nel mondo è, credo, il fondamento del mito – o della credenza – che ci siamo scelti il nostro corpo prima della nascita.


Se a una persona fosse data la possibilità di scegliere di nascere su un albero di un bosco //di farsi partorire su un albero di un bosco//, ci sarebbero quelli che vorrebbero aggiudicarsi l’albero più bello o più alto, altri che opterebbero per il più basso, altri che vorrebbero sceglierne uno nella media o al di sotto della media degli alberi, e questo, voglio dire, non per spirito filisteo, ma proprio per lo stesso motivo, o il genere di motivo, per cui gli altri hanno scelto gli alberi più alti. Il fatto che la percezione che abbiamo della nostra vita sia paragonabile a quella di una creatura che ha potuto scegliersi il proprio posto nel mondo è, credo, il fondamento del mito – o della credenza – che ci siamo scelti il nostro corpo prima della nascita.


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Io credo che la caratteristica dell’uomo primitivo sia che egli non ha a che fare con ''opinioni'' (Frazer la pensa diversamente). Leggo, tra tanti esempi simili, di un re della pioggia in Africa al quale la gente chiede di far piovere ''quando arriva la stagione delle piogge''. Ma questo vuol dire allora che essi non sono propriamente dell’opinione che egli sia in grado di far piovere, altrimenti lo farebbe nel periodo annuale di siccità, nel quale la terra diventa «a parched and arid desert».<ref>"Un deserto arido e riarso" (''N. d. T.'').</ref> Se infatti si suppone che quella gente abbia un tempo stabilito questa funzione del re della pioggia per stupidità, è però perfettamente chiaro che avevano già fatto esperienza del fatto che in marzo comincia a piovere e avrebbero di conseguenza fatto sì che il re della pioggia entrasse in azione per la parte restante dell’anno. Oppure ancora: gli esseri umani celebrano ritualmente l’avvento del giorno a ridosso del mattino, quando il sole sta per sorgere, e non durante la notte, quando invece essi si limitano ad accendere le lampade.
{{leftaside|ø\}}
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 297}} Io credo che la caratteristica dell’uomo primitivo sia che egli non ha a che fare con ''opinioni'' (Frazer la pensa diversamente). Leggo, tra tanti esempi simili, di un re della pioggia in Africa al quale la gente chiede di far piovere ''quando arriva la stagione delle piogge''. Ma questo vuol dire allora che essi non sono propriamente dell’opinione che egli sia in grado di far piovere, altrimenti lo farebbe nel periodo annuale di siccità, nel quale la terra diventa «a parched and arid desert».<ref>"Un deserto arido e riarso" (''N. d. T.'').</ref> Se infatti si suppone che quella gente abbia un tempo stabilito questa funzione del re della pioggia per stupidità, è però perfettamente chiaro che avevano già fatto esperienza del fatto che in marzo comincia a piovere e avrebbero di conseguenza fatto sì che il re della pioggia entrasse in azione per la parte restante dell’anno. Oppure ancora: gli esseri umani celebrano ritualmente l’avvento del giorno a ridosso del mattino, quando il sole sta per sorgere, e non durante la notte, quando invece essi si limitano ad accendere le lampade.


[Quando sono arrabbiato per qualcosa, picchio talvolta col bastone sulla terra o contro un albero, etc. Non penso però che la terra sia colpevole o che il colpo possa essere di qualche aiuto. «Sfogo la mia furia». E tutti i riti sono qualcosa di questo genere. Tali azioni possono essere chiamate azioni {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 297}} istintuali. – E una spiegazione storica, riguardo ad esempio il fatto che io o i miei antenati in passato credessimo che pestare sulla terra servisse a qualcosa, è uno specchietto per le allodole, perché è una supposizione inutile e che non spiega ''nulla''. La cosa importante è la somiglianza fra quest’atto e l’atto di una punizione, ma oltre a questa somiglianza non c’è niente da constatare.
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Quando sono arrabbiato per qualcosa, picchio talvolta col bastone sulla terra o contro un albero, etc. Non penso però che la terra sia colpevole o che il colpo possa essere di qualche aiuto. «Sfogo la mia furia». E tutti i riti sono qualcosa di questo genere. Tali azioni possono essere chiamate azioni {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 298}} istintuali. – E una spiegazione storica, riguardo ad esempio il fatto che io o i miei antenati in passato credessimo che pestare sulla terra servisse a qualcosa, è uno specchietto per le allodole, perché è una supposizione inutile e che non spiega ''nulla''. La cosa importante è la somiglianza fra quest’atto e l’atto di una punizione, ma oltre a questa somiglianza non c’è niente da constatare.


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Una volta che un tale fenomeno viene posto in relazione a un istinto che io stesso possiedo, ecco che questa è appunto la spiegazione che volevamo //che agognavamo//; cioè quella che risolve questo particolare ''puzzlement''<ref>"Perplessità" (''N. d. T.'').</ref> //questa particolare difficoltà//. E un esame //una ricerca ulteriore// sulla storia del mio istinto si muove lungo percorsi diversi.
Una volta che un tale fenomeno viene posto in relazione a un istinto che io stesso possiedo, ecco che questa è appunto la spiegazione che volevamo //che agognavamo//; cioè quella che risolve questo particolare ''puzzlement''<ref>"Perplessità" (''N. d. T.'').</ref> //questa particolare difficoltà//. E un esame //una ricerca ulteriore// sulla storia del mio istinto si muove lungo percorsi diversi.


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Il destarsi dell’intelletto infatti avviene con una separazione dal ''suolo'' originario, dal fondamento originario della vita. (L’origine della ''scelta''.)  
Il destarsi dell’intelletto infatti avviene con una separazione dal ''suolo'' originario, dal fondamento originario della vita. (L’origine della ''scelta''.)  


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 299}} (La forma dello spirito che si desta è la venerazione.)


(La forma dello spirito che si desta è la venerazione.)


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