Osservazioni sul “Ramo d’oro” di Frazer: Difference between revisions

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{{colophon
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|translator=Traduzione di Federico Filippo Fagotto<br/>Revisione di Michele Lavazza
|notes=Sotto il titolo ''[[Bemerkungen über Frazers “The Golden Bough”]]'' si raccolgono alcuni estratti dei manoscritti Ms-110, Ts-211 e Ms-143 del ''Nachlass'' di Wittgenstein. Questa traduzione è stata condotta sull'edizione diplomatica dei manoscritti originali tedeschi generata dallo strumento di Presentazione Dinamica Interattiva (Interactive Dynamic Presentation)<ref group="N">L. Wittgenstein, <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/transform/wab.php?modus=opsjoner Interactive Dynamic Presentation (IDP) of Ludwig Wittgenstein’s philosophical ''Nachlass'']</span>, a cura degli Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen sotto la direzione di A. Pichler, Bergen 2016-.</ref> offerto dagli <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/ Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen (WAB)]</span>. Il testo originale è nel pubblico dominio in tutti i paesi dove i diritti di proprietà intellettuale scadono 70 anni o meno dopo la morte dell'autore. Questa traduzione, realizzata per il <span class="plainlinks">[https://www.wittgensteinproject.org/w/index.php?title=Main_Page Ludwig Wittgenstein Project]</span>, è pubblicata secondo i termini della licenza <span class="plainlinks">[https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo]</span>.
|notes=Sotto il titolo ''[[Bemerkungen über Frazers “The Golden Bough”]]'' si raccolgono alcuni estratti dei manoscritti Ms-110, Ts-211 e Ms-143 del ''Nachlass'' di Wittgenstein. Questa traduzione è stata condotta sull'edizione diplomatica dei manoscritti originali tedeschi generata dallo strumento di Presentazione Dinamica Interattiva (Interactive Dynamic Presentation)<ref group="N">L. Wittgenstein, <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/transform/wab.php?modus=opsjoner Interactive Dynamic Presentation (IDP) of Ludwig Wittgenstein’s philosophical ''Nachlass'']</span>, a cura degli Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen sotto la direzione di A. Pichler, Bergen 2016-.</ref> offerto dagli <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/ Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen (WAB)]</span>. Il testo originale è nel pubblico dominio in tutti i paesi dove i diritti di proprietà intellettuale scadono 70 anni o meno dopo la morte dell'autore. Questa traduzione, realizzata per il <span class="plainlinks">[https://www.wittgensteinproject.org/w/index.php?title=Main_Page Ludwig Wittgenstein Project]</span>, è pubblicata secondo i termini della licenza <span class="plainlinks">[https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo]</span>.
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{{leftaside|ʃ}}
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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del «<u>mondo</u>» (e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non esorcizzare nelle mie parole qualcosa di più elevato?
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del «<u>mondo</u>» (e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non esorcizzare nelle mie parole qualcosa di più elevato?


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Per convincere qualcuno della verità non è sufficiente constatare la verità; è bensì necessario scovare la <u>via</u> dall’errore alla verità.
Per convincere qualcuno della verità non è sufficiente constatare la verità; è bensì necessario scovare la <u>via</u> dall’errore alla verità.


Mi devo sempre reimmergere nell’acqua del dubbio.
Mi devo sempre reimmergere nell’acqua del dubbio.


Il modo in cui Frazer presenta le visioni magiche e religiose dell’essere umano è {{Udashed|insoddisfacente}}: fa apparire tali visioni come ''errori''.
Il modo in cui Frazer presenta le visioni magiche e religiose dell’essere umano è {{Udashed|insoddisfacente}}: fa apparire tali visioni come ''errori''.
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Ma – si può dire – se egli non era in errore, lo era il santo buddhista – o chiunque altro – la cui religione porta a espressione visioni del tutto diverse. Invece ''nessuno'' di loro era in errore. Eccetto laddove enunciava una teoria.
Ma – si può dire – se egli non era in errore, lo era il santo buddhista – o chiunque altro – la cui religione porta a espressione visioni del tutto diverse. Invece ''nessuno'' di loro era in errore. Eccetto laddove enunciava una teoria.


L’idea di voler spiegare un’usanza – come ad esempio quella dell’uccisione del re-sacerdote – mi sembra già errata. Frazer non fa che renderla plausibile a gente che pensa in modo del tutto simile a lui. È assai degno di nota il fatto che, alla fin fine, tutte queste usanze vengono per così dire dipinte come sciocchezze.
L’idea di voler spiegare un’usanza – come ad esempio quella dell’uccisione del re-sacerdote – mi sembra già errata. Frazer non fa che renderla plausibile a gente che pensa in modo del tutto simile a lui. È assai degno di nota il fatto che, alla fin fine, tutte queste usanze vengono per così dire dipinte come sciocchezze.
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Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma <s>questa usanza</s> //questo fatto// si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.
Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma <s>questa usanza</s> //questo fatto// si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.


Frazer dice che è assai difficile scoprire l’errore nella magia – e perciò essa si è conservata tanto a lungo – perché ad esempio un rituale per evocare la pioggia prima o poi si mostra certamente efficace. Ma allora è appunto strano che non ci si accorga più rapidamente del fatto che prima o poi piove in ogni caso.
Frazer dice che è assai difficile scoprire l’errore nella magia – e perciò essa si è conservata tanto a lungo – perché ad esempio un rituale per evocare la pioggia prima o poi si mostra certamente efficace. Ma allora è appunto strano che non ci si accorga più rapidamente del fatto che prima o poi piove in ogni caso.


Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.
Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.


E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Tuttavia, alla domanda «perché questo accade?», si risponde propriamente in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.
E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Tuttavia, alla domanda «perché questo accade?», si risponde propriamente in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 315}} Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 315}} Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.


In confronto all’impressione che ci suscita ciò che viene descritto, la sua spiegazione è troppo precaria.
In confronto all’impressione che ci suscita ciò che viene descritto, la sua spiegazione è troppo precaria.


Ogni spiegazione è un’ipotesi.
Ogni spiegazione è un’ipotesi.


Tuttavia, chi ad esempio è reso inquieto dall’amore, non troverà grande aiuto una spiegazione ipotetica. – Essa non lo quieterà.
Tuttavia, chi ad esempio è reso inquieto dall’amore, non troverà grande aiuto una spiegazione ipotetica. – Essa non lo quieterà.


L’affollarsi dei pensieri che non riescono a emergere, poiché <s>essi</s> vogliono tutti farsi avanti e perciò si inceppano all’uscita.
L’affollarsi dei pensieri che non riescono a emergere, poiché <s>essi</s> vogliono tutti farsi avanti e perciò si inceppano all’uscita.


Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione «la maestà della morte», si vede che esse sono un tutt’uno.
Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione «la maestà della morte», si vede che esse sono un tutt’uno.


La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  
La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  


Chi è rapito dalla maestà della morte può portarlo a espressione per mezzo di una vita siffatta. – Neanche questa naturalmente è una spiegazione, ma sostituisce soltanto un simbolo con un altro. Oppure: una cerimonia con un’altra.
Chi è rapito dalla maestà della morte può portarlo a espressione per mezzo di una vita siffatta. – Neanche questa naturalmente è una spiegazione, ma sostituisce soltanto un simbolo con un altro. Oppure: una cerimonia con un’altra.


Un simbolo religioso non ha alcuna ''opinione'' a suo fondamento.
Un simbolo religioso non ha alcuna ''opinione'' a suo fondamento.


E solo all’opinione corrisponde l’errore.
E solo all’opinione corrisponde l’errore.


Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.
Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere «''spiegato''» e non può essere spiegato.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere «''spiegato''» e non può essere spiegato.


Dare fuoco in effigie. Baciare l’immagine della persona amata. Questo gesto ''naturalmente non'' si basa su una credenza in un effetto determinato sull’oggetto che l’immagine rappresenta. Esso mira piuttosto a una soddisfazione e per giunta la ottiene. O meglio, non vi ''mira'' affatto; noi agiamo appunto così e allora ci sentiamo soddisfatti.
Dare fuoco in effigie. Baciare l’immagine della persona amata. Questo gesto ''naturalmente non'' si basa su una credenza in un effetto determinato sull’oggetto che l’immagine rappresenta. Esso mira piuttosto a una soddisfazione e per giunta la ottiene. O meglio, non vi ''mira'' affatto; noi agiamo appunto così e allora ci sentiamo soddisfatti.


Si potrebbe anche baciare il nome della persona amata, e qui la sostituzione per mezzo del nome sarebbe chiara.
Si potrebbe anche baciare il nome della persona amata, e qui la sostituzione per mezzo del nome sarebbe chiara.


Il selvaggio che apparentemente per uccidere il proprio nemico trafigge la sua immagine costruisce per davvero la sua capanna in legno e intaglia la sua freccia con perizia e non in effigie.
Il selvaggio che apparentemente per uccidere il proprio nemico trafigge la sua immagine costruisce per davvero la sua capanna in legno e intaglia la sua freccia con perizia e non in effigie.


L’idea che si possa richiamare a sé un oggetto inanimato con un gesto, così come si fa per un uomo. Qui il principio è quello della personificazione.
L’idea che si possa richiamare a sé un oggetto inanimato con un gesto, così come si fa per un uomo. Qui il principio è quello della personificazione.


E la magia si basa sempre sull’idea del simbolismo e del linguaggio.
E la magia si basa sempre sull’idea del simbolismo e del linguaggio.


La rappresentazione di un desiderio è, eo ipso, la rappresentazione del suo compimento.
La rappresentazione di un desiderio è, eo ipso, la rappresentazione del suo compimento.
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Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 320}} e che si potrebbero chiamare azioni rituali.
Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 320}} e che si potrebbero chiamare azioni rituali.


Tuttavia, è insensato arrivare ora al punto di affermare che la caratteristica di ''queste'' azioni sia che esse scaturiscono da visioni fallaci della fisica degli oggetti. (Così fa Frazer quando dice che la magia è essenzialmente una fisica erronea, oppure una medicina //farmacopea// erronea, una tecnica erronea, etc.).
Tuttavia, è insensato arrivare ora al punto di affermare che la caratteristica di ''queste'' azioni sia che esse scaturiscono da visioni fallaci della fisica degli oggetti. (Così fa Frazer quando dice che la magia è essenzialmente una fisica erronea, oppure una medicina //farmacopea// erronea, una tecnica erronea, etc.).


Anzi, la caratteristica dell’attitudine rituale non è affatto una veduta, un’opinione, che sia corretta o scorretta, sebbene in sé un’opinione – una credenza – possa anche essere rituale, possa appartenere a un rito.
Anzi, la caratteristica dell’attitudine rituale non è affatto una veduta, un’opinione, che sia corretta o scorretta, sebbene in sé un’opinione – una credenza – possa anche essere rituale, possa appartenere a un rito.


Quando si giudica scontato che l’uomo si diverta nella sua fantasia, si tenga a mente che tale fantasia non è come un’immagine dipinta o un modello plastico, bensì una raffigurazione complessa dalle componenti eterogenee: parole e immagini.
Quando si giudica scontato che l’uomo si diverta nella sua fantasia, si tenga a mente che tale fantasia non è come un’immagine dipinta o un modello plastico, bensì una raffigurazione complessa dalle componenti eterogenee: parole e immagini.


Si arriva così a non mettere più in contrapposizione l’operato delle parole scritte e orali con l’operato delle «rappresentazioni immaginifiche» degli eventi.
Si arriva così a non mettere più in contrapposizione l’operato delle parole scritte e orali con l’operato delle «rappresentazioni immaginifiche» degli eventi.


Dobbiamo arare tutto il linguaggio.  
Dobbiamo arare tutto il linguaggio.  


Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: «Ho paura della vendetta degli dèi», ciò mostra che con ciò ({{Udashed|posso}}) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non ha niente a che fare con quella credenza. //che non è necessariamente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 321}} collegato a quella credenza.//
Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: «Ho paura della vendetta degli dèi», ciò mostra che con ciò ({{Udashed|posso}}) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non ha niente a che fare con quella credenza. //che non è necessariamente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 321}} collegato a quella credenza.//


Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.
Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.


Frazer è molto più selvaggio della maggior parte dei suoi selvaggi, poiché essi non sono tanto distanti dalla comprensione di una questione spirituale quanto un inglese del XX secolo.
Frazer è molto più selvaggio della maggior parte dei suoi selvaggi, poiché essi non sono tanto distanti dalla comprensione di una questione spirituale quanto un inglese del XX secolo.


Le ''sue'' spiegazioni dei costumi primitivi sono molto più rozze del senso di questi stessi costumi.
Le ''sue'' spiegazioni dei costumi primitivi sono molto più rozze del senso di questi stessi costumi.


La spiegazione storica, la spiegazione come ipotesi di sviluppo è solo ''uno'' dei modi in cui è possibile riunire i dati – sintetizzarli. È altrettanto possibile vedere i dati nei loro rapporti reciproci e riunirli in un’immagine generale, senza che ciò sia //senza farlo// nella forma di un’ipotesi sullo sviluppo temporale.
La spiegazione storica, la spiegazione come ipotesi di sviluppo è solo ''uno'' dei modi in cui è possibile riunire i dati – sintetizzarli. È altrettanto possibile vedere i dati nei loro rapporti reciproci e riunirli in un’immagine generale, senza che ciò sia //senza farlo// nella forma di un’ipotesi sullo sviluppo temporale.


Identificazione delle proprie divinità con quelle di altri popoli. Ci si convince che i nomi possiedano lo stesso significato.
Identificazione delle proprie divinità con quelle di altri popoli. Ci si convince che i nomi possiedano lo stesso significato.


Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione «''panoramica''».
Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione «''panoramica''».


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 282}} vediamo le cose. (Una specie di “visione del mondo” quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 282}} vediamo le cose. (Una specie di “visione del mondo” quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)


Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi «vediamo le connessioni». Da ciò l’importanza degli ''elementi di congiunzione'' //di trovare ''elementi di congiunzione''//.
Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi «vediamo le connessioni». Da ciò l’importanza degli ''elementi di congiunzione'' //di trovare ''elementi di congiunzione''//.


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Ma anche l’ipotesi di sviluppo può essere vista come nient’altro che il //un// travestimento di una connessione formale.
Ma anche l’ipotesi di sviluppo può essere vista come nient’altro che il //un// travestimento di una connessione formale.


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 251}} (Sarebbe certo ben diverso se egli riferisse che i selvaggi si immaginavano //immaginano// che la testa gli caschi a terra dopo aver ucciso un nemico. In questo caso, ''la nostra descrizione'' non avrebbe in sé nulla di superstizioso o magico.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 251}} (Sarebbe certo ben diverso se egli riferisse che i selvaggi si immaginavano //immaginano// che la testa gli caschi a terra dopo aver ucciso un nemico. In questo caso, ''la nostra descrizione'' non avrebbe in sé nulla di superstizioso o magico.)


Anzi, questa particolarità ‹non›<ref>"Non" è qui un'aggiunta del traduttore (''N. d. T.'').</ref> si ricollega soltanto alle espressioni «ghost»<s>,</s> //e// «shade», e ci si sofferma troppo poco sul fatto che noi includiamo il termine «anima», «spirito» («spirit») nel nostro proprio vocabolario colto. {{Udashed|Al confronto}}, il fatto che non riteniamo che la nostra anima mangi e beva è una {{Udashed|piccolezza}}.
Anzi, questa particolarità ‹non›<ref>"Non" è qui un'aggiunta del traduttore (''N. d. T.'').</ref> si ricollega soltanto alle espressioni «ghost»<s>,</s> //e// «shade», e ci si sofferma troppo poco sul fatto che noi includiamo il termine «anima», «spirito» («spirit») nel nostro proprio vocabolario colto. {{Udashed|Al confronto}}, il fatto che non riteniamo che la nostra anima mangi e beva è una {{Udashed|piccolezza}}.


Nel nostro linguaggio si trova sedimentata un’intera mitologia.  
Nel nostro linguaggio si trova sedimentata un’intera mitologia.  


Esorcizzare o uccidere la morte; ma d’altro canto essa viene raffigurata come scheletro, perciò in un certo senso lei stessa morta. «As dead as death».<ref>"Morto come la morte" (''N. d. T.'').</ref> “Nulla è tanto morto quanto la morte, niente tanto bello quanto la stessa bellezza”. L’immagine a partire dalla quale la realtà viene qui pensata è quella secondo cui la bellezza, la morte etc. è la sostanza pura (concentrata), mentre in un oggetto bello è presente come mescolanza. //sono le sostanze pure (concentrate), mentre in un oggetto bello sono presenti come mescolanza.// – Non riconosco qui le mie proprie osservazioni su “oggetto” e “complesso”?
Esorcizzare o uccidere la morte; ma d’altro canto essa viene raffigurata come scheletro, perciò in un certo senso lei stessa morta. «As dead as death».<ref>"Morto come la morte" (''N. d. T.'').</ref> “Nulla è tanto morto quanto la morte, niente tanto bello quanto la stessa bellezza”. L’immagine a partire dalla quale la realtà viene qui pensata è quella secondo cui la bellezza, la morte etc. è la sostanza pura (concentrata), mentre in un oggetto bello è presente come mescolanza. //sono le sostanze pure (concentrate), mentre in un oggetto bello sono presenti come mescolanza.// – Non riconosco qui le mie proprie osservazioni su “oggetto” e “complesso”?
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E quando leggo Frazer, a ogni piè sospinto mi vien voglia di dir così: anche nel nostro linguaggio verbale abbiamo davanti agli occhi tutti questi processi, questi mutamenti del significato. Quando ciò che si nasconde nell’ultimo covone viene chiamato “lupo del grano”, ma viene chiamato così anche questo stesso covone, e anche l’uomo che lo lega, riconosciamo qui una dinamica linguistica che ci è ben familiare.<ref>Nel capitolo “La madre e la vergine del grano nell’Europa settentrionale” (''Il ramo d’oro'', cap. XLV, vol. I), Frazer riferisce delle credenze popolari nate fra i contadini (soprattutto donne) per incitarsi a lavorare al raccoglimento e legatura dei mannelli, i covoni, nella convinzione che colui cui fosse toccato l’ultimo se la sarebbe dovuta vedere con uno spirito maligno nascosto nell’ultimo covone, spirito che – soprattutto in Germania, nel Mecklenburgo – era incarnato dal “lupo del grano” (''N.d.T.'').</ref>
E quando leggo Frazer, a ogni piè sospinto mi vien voglia di dir così: anche nel nostro linguaggio verbale abbiamo davanti agli occhi tutti questi processi, questi mutamenti del significato. Quando ciò che si nasconde nell’ultimo covone viene chiamato “lupo del grano”, ma viene chiamato così anche questo stesso covone, e anche l’uomo che lo lega, riconosciamo qui una dinamica linguistica che ci è ben familiare.<ref>Nel capitolo “La madre e la vergine del grano nell’Europa settentrionale” (''Il ramo d’oro'', cap. XLV, vol. I), Frazer riferisce delle credenze popolari nate fra i contadini (soprattutto donne) per incitarsi a lavorare al raccoglimento e legatura dei mannelli, i covoni, nella convinzione che colui cui fosse toccato l’ultimo se la sarebbe dovuta vedere con uno spirito maligno nascosto nell’ultimo covone, spirito che – soprattutto in Germania, nel Mecklenburgo – era incarnato dal “lupo del grano” (''N.d.T.'').</ref>


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Già, è importante che io debba far mio anche //<s>perfino</s>// il disprezzo degli altri nei miei confronti, quale componente essenziale e significativa del mondo visto a partire dalla mia posizione.
Già, è importante che io debba far mio anche //<s>perfino</s>// il disprezzo degli altri nei miei confronti, quale componente essenziale e significativa del mondo visto a partire dalla mia posizione.
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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 255}} Se a una persona fosse data la possibilità di scegliere di nascere su un albero di un bosco //di farsi partorire su un albero di un bosco//, ci sarebbero quelli che vorrebbero aggiudicarsi l’albero più bello o più alto, altri che opterebbero per il più basso, altri che vorrebbero sceglierne uno nella media o al di sotto della media degli alberi, e questo, voglio dire, non per spirito filisteo, ma proprio per lo stesso motivo, o il genere di motivo, per cui gli altri hanno scelto gli alberi più alti. Il fatto che la percezione che abbiamo della nostra vita sia paragonabile a quella di una creatura che ha potuto scegliersi il proprio posto nel mondo è, credo, il fondamento del mito – o della credenza – che ci siamo scelti il nostro corpo prima della nascita.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 255}} Se a una persona fosse data la possibilità di scegliere di nascere su un albero di un bosco //di farsi partorire su un albero di un bosco//, ci sarebbero quelli che vorrebbero aggiudicarsi l’albero più bello o più alto, altri che opterebbero per il più basso, altri che vorrebbero sceglierne uno nella media o al di sotto della media degli alberi, e questo, voglio dire, non per spirito filisteo, ma proprio per lo stesso motivo, o il genere di motivo, per cui gli altri hanno scelto gli alberi più alti. Il fatto che la percezione che abbiamo della nostra vita sia paragonabile a quella di una creatura che ha potuto scegliersi il proprio posto nel mondo è, credo, il fondamento del mito – o della credenza – che ci siamo scelti il nostro corpo prima della nascita.


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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 299}} (La forma dello spirito che si desta è la venerazione.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 299}} (La forma dello spirito che si desta è la venerazione.)
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«A network of prohibitions and observances of which the intention is not to contribute to his dignity…»<ref>“Un reticolo di proibizioni e osservanze la cui intenzione non è contribuire alla sua dignità” (''N. d. T.'').</ref> Questo è sia vero sia falso. Di certo non la dignità della protezione della persona, ma certamente – per dir così – la sacralità naturale del divino in lui.
«A network of prohibitions and observances of which the intention is not to contribute to his dignity…»<ref>“Un reticolo di proibizioni e osservanze la cui intenzione non è contribuire alla sua dignità” (''N. d. T.'').</ref> Questo è sia vero sia falso. Di certo non la dignità della protezione della persona, ma certamente – per dir così – la sacralità naturale del divino in lui.
Suona tanto semplice: la differenza fra magia e scienza può venire espressa {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 5}} dicendo che nella scienza ha luogo un progresso, nella magia no. La magia non possiede una direzione di sviluppo già presente al suo interno.
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In ciò si vede come opera una tale ipotesi.
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