Tractatus logico-philosophicus (italiano): Difference between revisions

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1 Il mondo è tutto ciò che si verifica.<ref>Le cifre decimali con cui sono numerate le singole proposizioni indicano il peso logico delle proposizioni, l'enfasi a loro attribuita nella mia presentazione. Le proposizioni ''n''.1, ''n''.2, ''n''.3 ecc. sono commenti alla proposizione numero ''n''; le proposizioni ''n''.''m''1, ''n''.''m''2, ecc. commenti alla proposizione numero ''n''.''m''; e così via.</ref>


1.1 Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.


1.11 Il mondo è determinato dai fatti e dal loro essere ''tutti'' i fatti.
{{ParTLP|1 Il mondo è tutto ciò che si verifica.<ref>Le cifre decimali con cui sono numerate le singole proposizioni indicano il peso logico delle proposizioni, l'enfasi a loro attribuita nella mia presentazione. Le proposizioni ''n''.1, ''n''.2, ''n''.3 ecc. sono commenti alla proposizione numero ''n''; le proposizioni ''n''.''m''1, ''n''.''m''2, ecc. commenti alla proposizione numero ''n''.''m''; e così via.</ref>


1.12 Poiché la totalità dei fatti determina ciò che si verifica e anche tutto ciò che non si verifica.
{{ParTLP|1.1}} Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.


1.13 I fatti nello spazio logico sono il mondo.
{{ParTLP|1.11}} Il mondo è determinato dai fatti e dal loro essere ''tutti'' i fatti.


1.2 Il mondo si divide in fatti.
{{ParTLP|1.12}} Poiché la totalità dei fatti determina ciò che si verifica e anche tutto ciò che non si verifica.


1.21 Qualcosa può verificarsi o non verificarsi e tutto il resto rimanere uguale.
{{ParTLP|1.13}} I fatti nello spazio logico sono il mondo.


2 Ciò che si verifica, il fatto, è il sussistere di stati di cose.
{{ParTLP|1.2}} Il mondo si divide in fatti.


2.01 Lo stato di cose è un collegamento di oggetti (cose, entità).
{{ParTLP|1.21}} Qualcosa può verificarsi o non verificarsi e tutto il resto rimanere uguale.


2.011 È essenziale alla cosa poter essere parte costitutiva di uno stato di cose.
{{ParTLP|2}} Ciò che si verifica, il fatto, è il sussistere di stati di cose.


2.012 Nella logica niente è casuale: se la cosa ''può'' comparire nello stato di cose, allora la possibilità dello stato di cose dev'essere già implicata nella cosa.
{{ParTLP|2.01}} Lo stato di cose è un collegamento di oggetti (cose, entità).


2.0121 Sembrerebbe per così dire un caso se alla cosa, che di per sé potrebbe sussistere da sola, in seguito venisse adattato uno stato di cose.
{{ParTLP|2.011}} È essenziale alla cosa poter essere parte costitutiva di uno stato di cose.
 
{{ParTLP|2.012}} Nella logica niente è casuale: se la cosa ''può'' comparire nello stato di cose, allora la possibilità dello stato di cose dev'essere già implicata nella cosa.
 
{{ParTLP|2.0121}} Sembrerebbe per così dire un caso se alla cosa, che di per sé potrebbe sussistere da sola, in seguito venisse adattato uno stato di cose.


Se le cose possono comparire negli stati di cose, allora questo deve già appartenere loro.
Se le cose possono comparire negli stati di cose, allora questo deve già appartenere loro.
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Se posso rappresentarmi l'oggetto nel contesto dello stato di cose, allora non posso rappresentarmelo al di fuori della ''possibilità'' di questo contesto.
Se posso rappresentarmi l'oggetto nel contesto dello stato di cose, allora non posso rappresentarmelo al di fuori della ''possibilità'' di questo contesto.


2.0122 La cosa è autosufficiente, nella misura in cui essa può comparire in tutti gli stati di cose ''possibili'', ma questa forma di autosufficienza è una forma di connessione con lo stato di cose, una forma di non-autosufficienza. (È impossibile che le parole si presentino in due modi diversi, da sole e nella proposizione.)
{{ParTLP|2.0122}} La cosa è autosufficiente, nella misura in cui essa può comparire in tutti gli stati di cose ''possibili'', ma questa forma di autosufficienza è una forma di connessione con lo stato di cose, una forma di non-autosufficienza. (È impossibile che le parole si presentino in due modi diversi, da sole e nella proposizione.)


2.0123 Se conosco l'oggetto, allora conosco anche tutte le possibilità del suo comparire in stati di cose.
{{ParTLP|2.0123}} Se conosco l'oggetto, allora conosco anche tutte le possibilità del suo comparire in stati di cose.


(Ogni possibilità di questo genere deve appartenere alla natura dell'oggetto.)
(Ogni possibilità di questo genere deve appartenere alla natura dell'oggetto.)
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Non si può scoprire in seguito una nuova possibilità.
Non si può scoprire in seguito una nuova possibilità.


2.01231 Per conoscere un oggetto non devo, certo, conoscere le sue proprietà esterne – ma devo conoscere tutte le sue proprietà interne.
{{ParTLP|2.01231}} Per conoscere un oggetto non devo, certo, conoscere le sue proprietà esterne – ma devo conoscere tutte le sue proprietà interne.


2.0124 Se sono dati tutti gli oggetti, allora sono dati con ciò anche tutti i ''possibili'' stati di cose.
{{ParTLP|2.0124}} Se sono dati tutti gli oggetti, allora sono dati con ciò anche tutti i ''possibili'' stati di cose.


2.013 Ogni cosa è, per così dire, in uno spazio di stati di cose possibili. Posso rappresentarmi questo spazio vuoto, ma non la cosa senza lo spazio.
{{ParTLP|2.013}} Ogni cosa è, per così dire, in uno spazio di stati di cose possibili. Posso rappresentarmi questo spazio vuoto, ma non la cosa senza lo spazio.


2.0131 L'oggetto spaziale deve trovarsi nello spazio infinito. (Il punto nello spazio è un posto per l'argomento [del predicato, della funzione].)
{{ParTLP|2.0131}} L'oggetto spaziale deve trovarsi nello spazio infinito. (Il punto nello spazio è un posto per l'argomento [del predicato, della funzione].)


La macchia nel campo visivo non deve certo essere rossa, ma deve avere un colore: ha intorno a sé, in un certo senso, lo spazio dei colori. Il suono deve avere ''una'' altezza, l'oggetto del tatto ''una'' durezza ecc.
La macchia nel campo visivo non deve certo essere rossa, ma deve avere un colore: ha intorno a sé, in un certo senso, lo spazio dei colori. Il suono deve avere ''una'' altezza, l'oggetto del tatto ''una'' durezza ecc.


2.014 Gli oggetti contengono la possibilità di tutti gli stati di cose.
{{ParTLP|2.014}} Gli oggetti contengono la possibilità di tutti gli stati di cose.


2.0141 La possibilità del suo comparire in stati di cose è la forma dell'oggetto.
{{ParTLP|2.0141}} La possibilità del suo comparire in stati di cose è la forma dell'oggetto.


2.02 L'oggetto è semplice.
{{ParTLP|2.02}} L'oggetto è semplice.


2.0201 Ogni asserzione riguardante complessi può essere scomposta in una asserzione riguardante le loro parti costitutive e in quelle proposizioni che descrivono completamente i complessi.
{{ParTLP|2.0201}} Ogni asserzione riguardante complessi può essere scomposta in una asserzione riguardante le loro parti costitutive e in quelle proposizioni che descrivono completamente i complessi.


2.021 Gli oggetti costituiscono la sostanza del mondo. Per questo non possono essere compositi.
{{ParTLP|2.021}} Gli oggetti costituiscono la sostanza del mondo. Per questo non possono essere compositi.


2.0211 Se il mondo non avesse una sostanza, allora l'avere senso una proposizione dipenderebbe dall'essere vera un'altra proposizione.
{{ParTLP|2.0211}} Se il mondo non avesse una sostanza, allora l'avere senso una proposizione dipenderebbe dall'essere vera un'altra proposizione.


2.0212 Sarebbe allora impossibile abbozzare un'immagine del mondo (non importa se vera o falsa).
{{ParTLP|2.0212}} Sarebbe allora impossibile abbozzare un'immagine del mondo (non importa se vera o falsa).


2.022 È evidente che un mondo, per quanto diverso da quello reale venga concepito, deve avere qualcosa – una forma – in comune con il mondo reale.
{{ParTLP|2.022}} È evidente che un mondo, per quanto diverso da quello reale venga concepito, deve avere qualcosa – una forma – in comune con il mondo reale.


2.023 Questa forma fissa consiste proprio degli oggetti.
{{ParTLP|2.023}} Questa forma fissa consiste proprio degli oggetti.


2.0231 La sostanza del mondo ''può'' determinare soltanto una forma e nessuna proprietà materiale. Poiché queste proprietà si presentano solo attraverso le proposizioni – si costituiscono solo attraverso la configurazione degli oggetti.
{{ParTLP|2.0231}} La sostanza del mondo ''può'' determinare soltanto una forma e nessuna proprietà materiale. Poiché queste proprietà si presentano solo attraverso le proposizioni – si costituiscono solo attraverso la configurazione degli oggetti.


2.0232 Detto incidentalmente: gli oggetti sono privi di colore.
{{ParTLP|2.0232}} Detto incidentalmente: gli oggetti sono privi di colore.


2.0233 Due oggetti di forma logica uguale sono – a parte le loro proprietà esterne – distinti l'uno dall'altro solo dal loro essere diversi.
{{ParTLP|2.0233}} Due oggetti di forma logica uguale sono – a parte le loro proprietà esterne – distinti l'uno dall'altro solo dal loro essere diversi.


2.02331 O una cosa ha proprietà che nessun'altra ha, e allora si può senz'altro distinguerla dalle altre con una descrizione e indicarla; o invece vi sono più cose che hanno in comune tutte le loro proprietà, e allora è del tutto impossibile indicarne una tra le altre.
{{ParTLP|2.02331}} O una cosa ha proprietà che nessun'altra ha, e allora si può senz'altro distinguerla dalle altre con una descrizione e indicarla; o invece vi sono più cose che hanno in comune tutte le loro proprietà, e allora è del tutto impossibile indicarne una tra le altre.


Poiché se la cosa non è individuata da niente, allora non posso individuarla, poiché altrimenti sarebbe appunto individuata.
Poiché se la cosa non è individuata da niente, allora non posso individuarla, poiché altrimenti sarebbe appunto individuata.


2.024 La sostanza è ciò che sussiste indipendentemente da ciò che si verifica.
{{ParTLP|2.024}} La sostanza è ciò che sussiste indipendentemente da ciò che si verifica.


2.025 Essa è forma e contenuto.
{{ParTLP|2.025}} Essa è forma e contenuto.


2.0251 Spazio, tempo e colore (la proprietà dell'essere colorato) sono forme degli oggetti.
{{ParTLP|2.0251}} Spazio, tempo e colore (la proprietà dell'essere colorato) sono forme degli oggetti.


2.026 Solo se vi sono oggetti può esserci una forma fissa del mondo.
{{ParTLP|2.026}} Solo se vi sono oggetti può esserci una forma fissa del mondo.


2.027 Ciò che è fisso, ciò che sussiste e l'oggetto sono uno.
{{ParTLP|2.027}} Ciò che è fisso, ciò che sussiste e l'oggetto sono uno.


2.0271 L'oggetto è ciò che è fisso, ciò che sussiste; la configurazione è ciò che è mutevole, instabile.
{{ParTLP|2.0271}} L'oggetto è ciò che è fisso, ciò che sussiste; la configurazione è ciò che è mutevole, instabile.


2.0272 La configurazione degli oggetti costituisce lo stato di cose.
{{ParTLP|2.0272}} La configurazione degli oggetti costituisce lo stato di cose.


2.03 Nello stato di cose gli oggetti sono connessi fra di loro, come gli anelli di una catena.
{{ParTLP|2.03}} Nello stato di cose gli oggetti sono connessi fra di loro, come gli anelli di una catena.


2.031 Nello stato di cose gli oggetti stanno in relazione l'uno con l'altro in modo determinato.
{{ParTLP|2.031}} Nello stato di cose gli oggetti stanno in relazione l'uno con l'altro in modo determinato.


2.032 Il modo in cui gli oggetti sono reciprocamente connessi nello stato di cose è la struttura dello stato di cose.
{{ParTLP|2.032}} Il modo in cui gli oggetti sono reciprocamente connessi nello stato di cose è la struttura dello stato di cose.


2.033 La forma è la possibilità della struttura.
{{ParTLP|2.033}} La forma è la possibilità della struttura.


2.034 La struttura del fatto consiste delle strutture degli stati di cose.
{{ParTLP|2.034}} La struttura del fatto consiste delle strutture degli stati di cose.


2.04 La totalità degli stati di cose sussistenti è il mondo.
{{ParTLP|2.04}} La totalità degli stati di cose sussistenti è il mondo.


2.05 La totalità degli stati di cose sussistenti determina anche quali stati di cose non sussistono.
{{ParTLP|2.05}} La totalità degli stati di cose sussistenti determina anche quali stati di cose non sussistono.


2.06 Il sussistere e il non-sussistere di stati di cose è la realtà.
{{ParTLP|2.06}} Il sussistere e il non-sussistere di stati di cose è la realtà.


(Il sussistere di stati di cose è da noi chiamato anche un fatto positivo, il non-sussistere un fatto negativo.)
(Il sussistere di stati di cose è da noi chiamato anche un fatto positivo, il non-sussistere un fatto negativo.)


2.061 Gli stati di cose sono indipendenti l'uno dall'altro.
{{ParTLP|2.061}} Gli stati di cose sono indipendenti l'uno dall'altro.


2.062 Dal sussistere o non-sussistere di uno stato di cose non si possono trarre conclusioni circa il sussistere o non-sussistere di un altro.
{{ParTLP|2.062}} Dal sussistere o non-sussistere di uno stato di cose non si possono trarre conclusioni circa il sussistere o non-sussistere di un altro.


2.063 La realtà nel suo complesso è il mondo.
{{ParTLP|2.063}} La realtà nel suo complesso è il mondo.


2.1 Noi ci facciamo immagini dei fatti.
{{ParTLP|2.1}} Noi ci facciamo immagini dei fatti.


2.11 L'immagine rappresenta lo stato di cose nello spazio logico, il sussistere e non-sussistere degli stati cose.
{{ParTLP|2.11}} L'immagine rappresenta lo stato di cose nello spazio logico, il sussistere e non-sussistere degli stati cose.


2.12 L'immagine è un modello della realtà.
{{ParTLP|2.12}} L'immagine è un modello della realtà.


2.13 Agli oggetti corrispondono nell'immagine gli elementi dell'immagine.
{{ParTLP|2.13}} Agli oggetti corrispondono nell'immagine gli elementi dell'immagine.


2.131 Gli elementi dell'immagine stanno, nell'immagine, per gli oggetti.
{{ParTLP|2.131}} Gli elementi dell'immagine stanno, nell'immagine, per gli oggetti.


2.14 L'immagine consiste nello stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato dei suoi elementi.
{{ParTLP|2.14}} L'immagine consiste nello stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato dei suoi elementi.


2.141 L'immagine è un fatto.
{{ParTLP|2.141}} L'immagine è un fatto.


2.15 Lo stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato degli elementi dell'immagine rappresenta lo stare così in relazione l'una con l'altra delle cose.
{{ParTLP|2.15}} Lo stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato degli elementi dell'immagine rappresenta lo stare così in relazione l'una con l'altra delle cose.


Questa connessione degli elementi dell'immagine è chiamata la struttura dell'immagine e la possibilità di questa è chiamata la forma della raffigurazione dell'immagine.
Questa connessione degli elementi dell'immagine è chiamata la struttura dell'immagine e la possibilità di questa è chiamata la forma della raffigurazione dell'immagine.


2.151 La forma della raffigurazione è la possibilità che le cose stiano in relazione l'una con l'altra così come gli elementi dell'immagine.
{{ParTLP|2.151}} La forma della raffigurazione è la possibilità che le cose stiano in relazione l'una con l'altra così come gli elementi dell'immagine.


2.1511 L'immagine è legata ''così'' alla realtà; essa raggiunge la realtà.
{{ParTLP|2.1511}} L'immagine è legata ''così'' alla realtà; essa raggiunge la realtà.


2.1512 L'immagine è come una misura applicata alla realtà.
{{ParTLP|2.1512}} L'immagine è come una misura applicata alla realtà.


2.15121 Solo i punti più esterni delle lineette di graduazione ''toccano'' l'oggetto da misurare.
{{ParTLP|2.15121}} Solo i punti più esterni delle lineette di graduazione ''toccano'' l'oggetto da misurare.


2.1513 Secondo questa concezione, dunque, appartiene all'immagine anche la relazione raffigurativa che la rende un'immagine.
{{ParTLP|2.1513}} Secondo questa concezione, dunque, appartiene all'immagine anche la relazione raffigurativa che la rende un'immagine.


2.1514 La relazione raffigurativa consiste nelle coordinazioni degli elementi dell'immagine e delle cose.
{{ParTLP|2.1514}} La relazione raffigurativa consiste nelle coordinazioni degli elementi dell'immagine e delle cose.


2.1515 Queste coordinazioni sono, per così dire, le antenne degli elementi dell'immagine, con le quali l'immagine raggiunge la realtà.
{{ParTLP|2.1515}} Queste coordinazioni sono, per così dire, le antenne degli elementi dell'immagine, con le quali l'immagine raggiunge la realtà.


2.16 Il fatto, per essere immagine, deve avere qualcosa in comune con il raffigurato.
{{ParTLP|2.16}} Il fatto, per essere immagine, deve avere qualcosa in comune con il raffigurato.


2.161 Qualcosa dev'essere identico nell'immagine e nel raffigurato, affinché l'una possa essere un'immagine dell'altro.
{{ParTLP|2.161}} Qualcosa dev'essere identico nell'immagine e nel raffigurato, affinché l'una possa essere un'immagine dell'altro.


2.17 Ciò che l'immagine deve avere in comune con la realtà per poterla raffigurare nel suo dato modo – corretto o errato – è la propria forma della raffigurazione.
{{ParTLP|2.17}} Ciò che l'immagine deve avere in comune con la realtà per poterla raffigurare nel suo dato modo – corretto o errato – è la propria forma della raffigurazione.


2.171 L'immagine può raffigurare ogni realtà di cui ha la forma.
{{ParTLP|2.171}} L'immagine può raffigurare ogni realtà di cui ha la forma.


L'immagine spaziale tutto ciò che è spaziale, quella cromatica tutto ciò che è colorato, ecc.
L'immagine spaziale tutto ciò che è spaziale, quella cromatica tutto ciò che è colorato, ecc.


2.172 L'immagine, tuttavia, non può raffigurare la propria forma della raffigurazione. Essa la esibisce.
{{ParTLP|2.172}} L'immagine, tuttavia, non può raffigurare la propria forma della raffigurazione. Essa la esibisce.


2.173 L'immagine presenta il suo soggetto dall'esterno (il suo punto di vista è la sua forma della presentazione); perciò l'immagine presenta il suo soggetto in modo corretto o errato.
{{ParTLP|2.173}} L'immagine presenta il suo soggetto dall'esterno (il suo punto di vista è la sua forma della presentazione); perciò l'immagine presenta il suo soggetto in modo corretto o errato.


2.174 L'immagine non può tuttavia porsi al di fuori della sua forma della presentazione.
{{ParTLP|2.174}} L'immagine non può tuttavia porsi al di fuori della sua forma della presentazione.


2.18 Ciò che ogni immagine, di qualunque forma, deve avere in comune con la realtà per poterla raffigurare – in modo corretto o errato – è la forma logica, cioè la forma della realtà.
{{ParTLP|2.18}} Ciò che ogni immagine, di qualunque forma, deve avere in comune con la realtà per poterla raffigurare – in modo corretto o errato – è la forma logica, cioè la forma della realtà.


2.181 Se la forma della raffigurazione è la forma logica, allora l'immagine è chiamata l'immagine logica.
{{ParTLP|2.181}} Se la forma della raffigurazione è la forma logica, allora l'immagine è chiamata l'immagine logica.


2.182 Ogni immagine è ''anche'' un'immagine logica. (Per contro, non ogni immagine è ad es. un'immagine spaziale.)
{{ParTLP|2.182}} Ogni immagine è ''anche'' un'immagine logica. (Per contro, non ogni immagine è ad es. un'immagine spaziale.)


2.19 L'immagine logica può raffigurare il mondo.
{{ParTLP|2.19}} L'immagine logica può raffigurare il mondo.


2.2 L'immagine ha in comune con il raffigurato la forma logica della raffigurazione.
{{ParTLP|2.2}} L'immagine ha in comune con il raffigurato la forma logica della raffigurazione.


2.201 L'immagine raffigura la realtà presentando una possibilità del sussistere e non-sussistere di stati di cose.
{{ParTLP|2.201}} L'immagine raffigura la realtà presentando una possibilità del sussistere e non-sussistere di stati di cose.


2.202 L'immagine presenta uno stato di cose possibile nello spazio logico.
{{ParTLP|2.202}} L'immagine presenta uno stato di cose possibile nello spazio logico.


2.203 L'immagine contiene la possibilità dello stato di cose che presenta.
{{ParTLP|2.203}} L'immagine contiene la possibilità dello stato di cose che presenta.


2.21 L'immagine corrisponde alla realtà o no; è esatta o inesatta, vera o falsa.
{{ParTLP|2.21}} L'immagine corrisponde alla realtà o no; è esatta o inesatta, vera o falsa.


2.22 L'immagine presenta ciò che presenta, indipendentemente dalla sua verità o falsità, attraverso la forma della raffigurazione.
{{ParTLP|2.22}} L'immagine presenta ciò che presenta, indipendentemente dalla sua verità o falsità, attraverso la forma della raffigurazione.


2.221 Ciò che l'immagine presenta è il suo senso.
{{ParTLP|2.221}} Ciò che l'immagine presenta è il suo senso.


2.222 La sua verità o falsità sta nell'accordo o non-accordo del suo senso con la realtà.
{{ParTLP|2.222}} La sua verità o falsità sta nell'accordo o non-accordo del suo senso con la realtà.


2.223 Per stabilire se l'immagine è vera o falsa dobbiamo paragonarla con la realtà.
{{ParTLP|2.223}} Per stabilire se l'immagine è vera o falsa dobbiamo paragonarla con la realtà.


2.224 Dall'immagine da sola non si stabilisce se essa sia vera o falsa.
{{ParTLP|2.224}} Dall'immagine da sola non si stabilisce se essa sia vera o falsa.


2.225 Non vi è un'immagine vera a priori.
{{ParTLP|2.225}} Non vi è un'immagine vera a priori.


3L'immagine logica dei fatti è il pensiero.
{{ParTLP|3}} L'immagine logica dei fatti è il pensiero.


3.001«Uno stato di cose è pensabile» vuol dire: possiamo farci un'immagine di esso.
{{ParTLP|3.001}} «Uno stato di cose è pensabile» vuol dire: possiamo farci un'immagine di esso.


3.01La totalità dei pensieri veri è un'immagine del mondo.
{{ParTLP|3.01}} La totalità dei pensieri veri è un'immagine del mondo.


3.02Il pensiero contiene la possibilità degli stati di cose che pensa. Ciò che è pensabile, è anche possibile.
{{ParTLP|3.02}} Il pensiero contiene la possibilità degli stati di cose che pensa. Ciò che è pensabile, è anche possibile.


3.03Non possiamo pensare niente di illogico, perché altrimenti dovremmo pensare illogicamente.
{{ParTLP|3.03}} Non possiamo pensare niente di illogico, perché altrimenti dovremmo pensare illogicamente.


3.031Si diceva un tempo che Dio può creare tutto, tranne solo ciò che è contrario alle leggi logiche. – Noi in effetti non potremmo ''dire'', di un mondo «illogico», che aspetto avrebbe.
{{ParTLP|3.031}} Si diceva un tempo che Dio può creare tutto, tranne solo ciò che è contrario alle leggi logiche. – Noi in effetti non potremmo ''dire'', di un mondo «illogico», che aspetto avrebbe.


3.032Presentare nel linguaggio qualcosa «che contraddice la logica» è tanto impossibile quanto presentare nella geometria, attraverso le sue coordinate, una figura che contraddice le leggi dello spazio; oppure indicare le coordinate di un punto che non esiste.
{{ParTLP|3.032}} Presentare nel linguaggio qualcosa «che contraddice la logica» è tanto impossibile quanto presentare nella geometria, attraverso le sue coordinate, una figura che contraddice le leggi dello spazio; oppure indicare le coordinate di un punto che non esiste.


3.0321Possiamo ben presentare spazialmente uno stato di cose che vada contro le leggi della fisica, ma non uno che vada contro le leggi della geometria.
{{ParTLP|3.0321}} Possiamo ben presentare spazialmente uno stato di cose che vada contro le leggi della fisica, ma non uno che vada contro le leggi della geometria.


3.04Un pensiero corretto a priori sarebbe un pensiero tale che la sua possibilità implicasse la sua verità.
{{ParTLP|3.04}} Un pensiero corretto a priori sarebbe un pensiero tale che la sua possibilità implicasse la sua verità.


3.05Potremmo sapere a priori che un pensiero è vero solo se la sua verità si riconoscesse dal pensiero stesso (senza un termine di paragone).
{{ParTLP|3.05}} Potremmo sapere a priori che un pensiero è vero solo se la sua verità si riconoscesse dal pensiero stesso (senza un termine di paragone).


3.1Nella proposizione il pensiero si esprime in modo percepibile sensibilmente.
{{ParTLP|3.1}} Nella proposizione il pensiero si esprime in modo percepibile sensibilmente.


3.11Utilizziamo il segno percepibile sensibilmente (segno vocale o grafico ecc.) della proposizione come proiezione dello stato di cose possibile.
{{ParTLP|3.11}} Utilizziamo il segno percepibile sensibilmente (segno vocale o grafico ecc.) della proposizione come proiezione dello stato di cose possibile.


Il metodo di proiezione è il pensare il senso della proposizione.
Il metodo di proiezione è il pensare il senso della proposizione.


3.12Chiamo il segno attraverso il quale esprimiamo il pensiero il segno proposizionale. E la proposizione è il segno proposizionale nella sua relazione proiettiva con il mondo.
{{ParTLP|3.12}} Chiamo il segno attraverso il quale esprimiamo il pensiero il segno proposizionale. E la proposizione è il segno proposizionale nella sua relazione proiettiva con il mondo.


3.13Alla proposizione appartiene tutto ciò che appartiene alla proiezione; ma non il proiettato.
{{ParTLP|3.13}} Alla proposizione appartiene tutto ciò che appartiene alla proiezione; ma non il proiettato.


Quindi la possibilità di ciò che è proiettato, ma ''non'' ciò che è proiettato.
Quindi la possibilità di ciò che è proiettato, ma ''non'' ciò che è proiettato.
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Nella proposizione è contenuta la forma del suo senso, ma non il suo contenuto.
Nella proposizione è contenuta la forma del suo senso, ma non il suo contenuto.


3.14Il segno proposizionale consiste nello stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato dei suoi elementi, le parole.
{{ParTLP|3.14}} Il segno proposizionale consiste nello stare in relazione l'uno con l'altro in modo determinato dei suoi elementi, le parole.


Il segno proposizionale è un fatto.
Il segno proposizionale è un fatto.


3.141La proposizione non è un miscuglio di parole. – (Come il tema musicale non è un miscuglio di suoni.)
{{ParTLP|3.14}} 1La proposizione non è un miscuglio di parole. – (Come il tema musicale non è un miscuglio di suoni.)


La proposizione è articolata.
La proposizione è articolata.


3.142Solo i fatti possono esprimere un senso; una classe di nomi non può.
{{ParTLP|3.142}} Solo i fatti possono esprimere un senso; una classe di nomi non può.


3.143Che il segno proposizionale sia un fatto viene occultato dall'abituale forma espressiva della scrittura o della stampa.
{{ParTLP|3.143}} Che il segno proposizionale sia un fatto viene occultato dall'abituale forma espressiva della scrittura o della stampa.


Infatti nella proposizione stampata, ad es., il segno proposizionale non sembra essenzialmente diverso dalla parola.
Infatti nella proposizione stampata, ad es., il segno proposizionale non sembra essenzialmente diverso dalla parola.
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(Per questo Frege ha potuto chiamare la proposizione un nome composto.)
(Per questo Frege ha potuto chiamare la proposizione un nome composto.)


3.1431L'essenza del segno proposizionale diventa molto chiara se ce lo rappresentiamo come composto, anziché da segni grafici, da oggetti spaziali (come tavoli, sedie, libri).
{{ParTLP|3.1431}} L'essenza del segno proposizionale diventa molto chiara se ce lo rappresentiamo come composto, anziché da segni grafici, da oggetti spaziali (come tavoli, sedie, libri).


La reciproca posizione spaziale di queste cose esprime allora il senso della proposizione.
La reciproca posizione spaziale di queste cose esprime allora il senso della proposizione.


3.1432Non «il segno complesso “''a'' R ''b''” dice che ''a'' sta nella relazione R con ''b''», bensì ''che'' «''a''» sta in una certa relazione con «''b''» dice ''che'' ''a'' R ''b''.
{{ParTLP|3.1432}} Non «il segno complesso “''a'' R ''b''” dice che ''a'' sta nella relazione R con ''b''», bensì ''che'' «''a''» sta in una certa relazione con «''b''» dice ''che'' ''a'' R ''b''.


3.144Si possono descrivere gli stati di cose, non ''nominarli''.
{{ParTLP|3.144}} Si possono descrivere gli stati di cose, non ''nominarli''.


(I nomi assomigliano a punti, le proposizioni a frecce: esse hanno senso.)
(I nomi assomigliano a punti, le proposizioni a frecce: esse hanno senso.)


3.2Nella proposizione il pensiero può essere espresso in modo tale che gli elementi del segno proposizionale corrispondano agli oggetti del pensiero.
{{ParTLP|3.2}} Nella proposizione il pensiero può essere espresso in modo tale che gli elementi del segno proposizionale corrispondano agli oggetti del pensiero.


3.201Chiamo questi elementi «segni semplici» e la proposizione «completamente analizzata».
{{ParTLP|3.201}} Chiamo questi elementi «segni semplici» e la proposizione «completamente analizzata».


3.202I segni semplici usati nella proposizione si chiamano nomi.
{{ParTLP|3.202}} I segni semplici usati nella proposizione si chiamano nomi.


3.203Il nome significa l'oggetto. L'oggetto è il suo significato. («A» è lo stesso segno che «A».)
{{ParTLP|3.203}} Il nome significa l'oggetto. L'oggetto è il suo significato. («A» è lo stesso segno che «A».)


3.21Alla configurazione dei segni semplici nel segno proposizionale corrisponde la configurazione degli oggetti nello stato di cose.
{{ParTLP|3.21}} Alla configurazione dei segni semplici nel segno proposizionale corrisponde la configurazione degli oggetti nello stato di cose.


3.22Il nome sta, nella proposizione, per l'oggetto.
{{ParTLP|3.22}} Il nome sta, nella proposizione, per l'oggetto.


3.221Posso solo ''nominare'' gli oggetti. I segni stanno per essi. Posso solo parlare ''di'' essi, non posso ''asserirli''. Una proposizione può dire solo ''come'' uno oggetto è, non ''cosa'' è.
{{ParTLP|3.221}} Posso solo ''nominare'' gli oggetti. I segni stanno per essi. Posso solo parlare ''di'' essi, non posso ''asserirli''. Una proposizione può dire solo ''come'' uno oggetto è, non ''cosa'' è.


3.23Il requisito della possibilità dei segni semplici è il requisito della determinatezza del senso.
{{ParTLP|3.23}} Il requisito della possibilità dei segni semplici è il requisito della determinatezza del senso.


3.24La proposizione che tratta di un complesso è in una relazione interna con la proposizione che tratta di una parte costituente del complesso.
{{ParTLP|3.24}} La proposizione che tratta di un complesso è in una relazione interna con la proposizione che tratta di una parte costituente del complesso.


Il complesso può essere dato solo attraverso la sua descrizione, e questa sarà esatta o non esatta. La proposizione nella quale si parla di un complesso non sarà, se questo non esiste, insensata, ma semplicemente falsa.
Il complesso può essere dato solo attraverso la sua descrizione, e questa sarà esatta o non esatta. La proposizione nella quale si parla di un complesso non sarà, se questo non esiste, insensata, ma semplicemente falsa.
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La sintesi del simbolo di un complesso in un simbolo semplice può essere espressa da una definizione.
La sintesi del simbolo di un complesso in un simbolo semplice può essere espressa da una definizione.


3.25Vi è una e una sola analisi completa della proposizione.
{{ParTLP|3.25}} Vi è una e una sola analisi completa della proposizione.


3.251La proposizione esprime ciò che esprime in modi determinati, suscettibili di essere indicati chiaramente: la proposizione è articolata.
{{ParTLP|3.251}} La proposizione esprime ciò che esprime in modi determinati, suscettibili di essere indicati chiaramente: la proposizione è articolata.


3.26Il nome non può essere scomposto per mezzo di alcuna ulteriore definizione: esso è un segno primitivo.
{{ParTLP|3.26}} Il nome non può essere scomposto per mezzo di alcuna ulteriore definizione: esso è un segno primitivo.


3.261Ogni segno definito designa ''attraverso'' quel segno da cui viene definito; e le definizioni mostrano la via.
{{ParTLP|3.261}} Ogni segno definito designa ''attraverso'' quel segno da cui viene definito; e le definizioni mostrano la via.


Due segni, un segno primitivo e uno definito attraverso segni primitivi, non possono designare nello stesso modo. Non si ''possono'' dissezionare i nomi attraverso definizioni. (Né alcun segno che da solo e in modo indipendente ha un significato.)
Due segni, un segno primitivo e uno definito attraverso segni primitivi, non possono designare nello stesso modo. Non si ''possono'' dissezionare i nomi attraverso definizioni. (Né alcun segno che da solo e in modo indipendente ha un significato.)


3.262Ciò che nei segni non giunge a espressione viene mostrato dal loro uso. Ciò che i segni nascondono è enunciato dal loro uso.
{{ParTLP|3.262}} Ciò che nei segni non giunge a espressione viene mostrato dal loro uso. Ciò che i segni nascondono è enunciato dal loro uso.


3.263I significati dei segni primitivi possono essere chiariti attraverso spiegazioni. Le spiegazioni sono proposizioni che contengono i segni primitivi. Dunque possono essere comprese solo se i significati di questi segni sono già conosciuti.
{{ParTLP|3.263}} I significati dei segni primitivi possono essere chiariti attraverso spiegazioni. Le spiegazioni sono proposizioni che contengono i segni primitivi. Dunque possono essere comprese solo se i significati di questi segni sono già conosciuti.


3.3Solo la proposizione ha senso; solo nel contesto della proposizione un nome ha significato.
{{ParTLP|3.3}} Solo la proposizione ha senso; solo nel contesto della proposizione un nome ha significato.


3.31Chiamo ogni parte della proposizione che caratterizza il suo senso un'espressione (un simbolo).
{{ParTLP|3.31}} Chiamo ogni parte della proposizione che caratterizza il suo senso un'espressione (un simbolo).


(La proposizione stessa è un'espressione.)
(La proposizione stessa è un'espressione.)
Line 363: Line 365:
L'espressione caratterizza una forma e un contenuto.
L'espressione caratterizza una forma e un contenuto.


3.311L'espressione presuppone le forme di tutte le proposizioni in cui può comparire. Essa è il tratto caratteristico comune di una classe di proposizioni.
{{ParTLP|3.311}} L'espressione presuppone le forme di tutte le proposizioni in cui può comparire. Essa è il tratto caratteristico comune di una classe di proposizioni.


3.312Essa è dunque presentata dalla forma generale delle proposizioni che essa caratterizza.
{{ParTLP|3.312}} Essa è dunque presentata dalla forma generale delle proposizioni che essa caratterizza.


Infatti in questa forma l'espressione sarà ''costante'', e tutto il resto ''variabile''.
Infatti in questa forma l'espressione sarà ''costante'', e tutto il resto ''variabile''.


3.313L'espressione è quindi presentata da una variabile i cui valori sono le proposizioni che contengono l'espressione.
{{ParTLP|3.313}} L'espressione è quindi presentata da una variabile i cui valori sono le proposizioni che contengono l'espressione.


(Nel caso limite le variabili divengono costanti, l'espressione diviene proposizione.)
(Nel caso limite le variabili divengono costanti, l'espressione diviene proposizione.)
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Chiamo una tale variabile «variabile proposizionale».
Chiamo una tale variabile «variabile proposizionale».


3.314L'espressione ha significato solo nella proposizione. Ogni variabile può essere intesa come variabile proposizionale.
{{ParTLP|3.314}} L'espressione ha significato solo nella proposizione. Ogni variabile può essere intesa come variabile proposizionale.


(Incluso il nome variabile.)
(Incluso il nome variabile.)


3.315Se trasformiamo una parte costitutiva di una proposizione in una variabile, otteniamo una classe di proposizioni che costituiscono tutti i valori della proposizione variabile così ottenuta. Questa classe dipende ancora, in generale, da ciò che noi intendiamo, per convenzione arbitraria, mediante le parti di quella proposizione. Se però trasformiamo in variabili tutti quei segni il cui significato è determinato arbitrariamente, otteniamo ancora e sempre una tale classe. Questa, tuttavia, non dipende più da alcuna convenzione, ma solo dalla natura della proposizione. Essa corrisponde a una forma logica – a un archetipo logico.
{{ParTLP|3.315}} Se trasformiamo una parte costitutiva di una proposizione in una variabile, otteniamo una classe di proposizioni che costituiscono tutti i valori della proposizione variabile così ottenuta. Questa classe dipende ancora, in generale, da ciò che noi intendiamo, per convenzione arbitraria, mediante le parti di quella proposizione. Se però trasformiamo in variabili tutti quei segni il cui significato è determinato arbitrariamente, otteniamo ancora e sempre una tale classe. Questa, tuttavia, non dipende più da alcuna convenzione, ma solo dalla natura della proposizione. Essa corrisponde a una forma logica – a un archetipo logico.


3.316Quali valori sia possibile assumere per la variabile proposizionale è qualcosa che viene fissato.
{{ParTLP|3.316}} Quali valori sia possibile assumere per la variabile proposizionale è qualcosa che viene fissato.


La fissazione dei valori ''è'' la variabile.
La fissazione dei valori ''è'' la variabile.


3.317La fissazione dei valori delle variabili proposizionali è l'''indicazione delle proposizioni'' il cui tratto comune è la variabile.
{{ParTLP|3.317}} La fissazione dei valori delle variabili proposizionali è l'''indicazione delle proposizioni'' il cui tratto comune è la variabile.


La fissazione è una descrizione di queste proposizioni.
La fissazione è una descrizione di queste proposizioni.
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Come avviene la descrizione delle proposizioni è inessenziale.
Come avviene la descrizione delle proposizioni è inessenziale.


3.318Intendo la proposizione – come Frege e Russell – come funzione delle espressioni in essa contenute.
{{ParTLP|3.318}} Intendo la proposizione – come Frege e Russell – come funzione delle espressioni in essa contenute.


3.32Il segno è ciò che nel simbolo è percepibile sensibilmente.
{{ParTLP|3.32}} Il segno è ciò che nel simbolo è percepibile sensibilmente.


3.321Due simboli diversi possono quindi avere il segno in comune tra loro (segno grafico o segno vocale ecc.) – essi simbolizzano allora in modo diverso.
{{ParTLP|3.321}} Due simboli diversi possono quindi avere il segno in comune tra loro (segno grafico o segno vocale ecc.) – essi simbolizzano allora in modo diverso.


3.322Che noi li simbolizziamo con lo stesso segno ma con due diversi ''modi di simbolizzazione'' non può mai indicare il tratto comune di due oggetti. Il segno, infatti, è arbitrario. Si potrebbero quindi anche scegliere due segni diversi, e allora che ne sarebbe di ciò che vi è in comune nella simbolizzazione?
{{ParTLP|3.322}} Che noi li simbolizziamo con lo stesso segno ma con due diversi ''modi di simbolizzazione'' non può mai indicare il tratto comune di due oggetti. Il segno, infatti, è arbitrario. Si potrebbero quindi anche scegliere due segni diversi, e allora che ne sarebbe di ciò che vi è in comune nella simbolizzazione?


3.323Nel linguaggio comune capita spessissimo che la stessa parola simbolizzi in diversi modi – che dunque appartenga a diversi simboli – o che due parole che simbolizzano in modi diversi vengano impiegate in modo esteriormente identico nella proposizione.
{{ParTLP|3.323}} Nel linguaggio comune capita spessissimo che la stessa parola simbolizzi in diversi modi – che dunque appartenga a diversi simboli – o che due parole che simbolizzano in modi diversi vengano impiegate in modo esteriormente identico nella proposizione.


Così la parola «è» compare come copula, come segno di identità e come espressione dell'esistenza; «esistere» come verbo intransitivo alla stessa stregua di «andare»; «identico» come aggettivo; parliamo di ''un qualcosa'', ma anche dell'accadere ''di qualcosa''.
Così la parola «è» compare come copula, come segno di identità e come espressione dell'esistenza; «esistere» come verbo intransitivo alla stessa stregua di «andare»; «identico» come aggettivo; parliamo di ''un qualcosa'', ma anche dell'accadere ''di qualcosa''.
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(Nella proposizione «Rosa è rosa» – dove la prima parola è un nome di persona, l’ultima un aggettivo – queste parole non hanno semplicemente diverso significato, ma sono ''simboli diversi''.)
(Nella proposizione «Rosa è rosa» – dove la prima parola è un nome di persona, l’ultima un aggettivo – queste parole non hanno semplicemente diverso significato, ma sono ''simboli diversi''.)


3.324Così nascono facilmente gli equivoci più fondamentali (dei quali tutta la filosofia è piena).
{{ParTLP|3.324}} Così nascono facilmente gli equivoci più fondamentali (dei quali tutta la filosofia è piena).


3.325Per sottrarci a questi errori dobbiamo impiegare un linguaggio segnico che li esclude, non impiegando lo stesso segno in simboli diversi e non impiegando esteriormente nello stesso modo segni che simbolizzano in modo diverso. Un linguaggio segnico, dunque, che obbedisce alla grammatica ''logica'' – la sintassi logica.
{{ParTLP|3.325}} Per sottrarci a questi errori dobbiamo impiegare un linguaggio segnico che li esclude, non impiegando lo stesso segno in simboli diversi e non impiegando esteriormente nello stesso modo segni che simbolizzano in modo diverso. Un linguaggio segnico, dunque, che obbedisce alla grammatica ''logica'' – la sintassi logica.


(L'ideografia di Frege e Russell è un tale linguaggio, che tuttavia non esclude ancora tutti gli errori.)
(L'ideografia di Frege e Russell è un tale linguaggio, che tuttavia non esclude ancora tutti gli errori.)


3.326Per riconoscere il simbolo nel segno bisogna prenderne in considerazione l'uso dotato di senso.
{{ParTLP|3.326}} Per riconoscere il simbolo nel segno bisogna prenderne in considerazione l'uso dotato di senso.


3.327Solo insieme con la sua applicazione logico-sintattica il segno determina una forma logica.
{{ParTLP|3.327}} Solo insieme con la sua applicazione logico-sintattica il segno determina una forma logica.


3.328Se un segno ''non'' viene ''usato'', allora è privo di significato. Questo è il senso del rasoio di Occam.
{{ParTLP|3.328}} Se un segno ''non'' viene ''usato'', allora è privo di significato. Questo è il senso del rasoio di Occam.


(Se tutto sta come se un segno avesse significato, allora esso ha significato.)
(Se tutto sta come se un segno avesse significato, allora esso ha significato.)


3.33Nella sintassi logica il significato di un segno non può mai avere un ruolo; esso deve poter essere stabilito senza che in ciò si parli del ''significato'' di un segno; esso può presupporre ''solo'' la descrizione delle espressioni.
{{ParTLP|3.33}} Nella sintassi logica il significato di un segno non può mai avere un ruolo; esso deve poter essere stabilito senza che in ciò si parli del ''significato'' di un segno; esso può presupporre ''solo'' la descrizione delle espressioni.


3.331A partire da questa osservazione volgiamo lo sguardo alla «''theory of types''» di Russell: l'errore di Russell si mostra nella necessità in cui egli si è trovato, al momento di stabilire le regole relative ai segni, di parlare del significato dei segni.
{{ParTLP|3.331}} A partire da questa osservazione volgiamo lo sguardo alla «''theory of types''» di Russell: l'errore di Russell si mostra nella necessità in cui egli si è trovato, al momento di stabilire le regole relative ai segni, di parlare del significato dei segni.


3.332Nessuna proposizione può enunciare qualcosa su se stessa, poiché il segno proposizionale non può essere contenuto in sé stesso (questa è l'intera «''theory of types''»).
{{ParTLP|3.332}} Nessuna proposizione può enunciare qualcosa su se stessa, poiché il segno proposizionale non può essere contenuto in sé stesso (questa è l'intera «''theory of types''»).


3.333Una funzione, quindi, non può essere il proprio stesso argomento, poiché il segno di funzione contiene già l'archetipo del suo argomento e non può contenere se stesso.
{{ParTLP|3.333}} Una funzione, quindi, non può essere il proprio stesso argomento, poiché il segno di funzione contiene già l'archetipo del suo argomento e non può contenere se stesso.


Assumiamo infatti che la funzione ''F'' (''f'' ''x'') possa essere il proprio stesso argomento; allora si darebbe una proposizione «''F'' (''F'' (''f'' ''x''))», ma in questa la funzione ''F'' esterna e la funzione ''F'' interna devono avere significati diversi, poiché quella interna ha la forma φ(''f'' ''x''), quella esterna la forma ψ(φ(''f'' ''x'')). In comune a entrambe le funzioni vi è solo la lettera «''F''», che però da sola non simbolizza niente.
Assumiamo infatti che la funzione ''F'' (''f'' ''x'') possa essere il proprio stesso argomento; allora si darebbe una proposizione «''F'' (''F'' (''f'' ''x''))», ma in questa la funzione ''F'' esterna e la funzione ''F'' interna devono avere significati diversi, poiché quella interna ha la forma φ(''f'' ''x''), quella esterna la forma ψ(φ(''f'' ''x'')). In comune a entrambe le funzioni vi è solo la lettera «''F''», che però da sola non simbolizza niente.
Line 437: Line 439:
Con ciò si risolve il paradosso di Russell.
Con ciò si risolve il paradosso di Russell.


3.334Le regole della sintassi logica devono comprendersi da sé, purché si sappia come ogni dato segno designa.
{{ParTLP|3.334}} Le regole della sintassi logica devono comprendersi da sé, purché si sappia come ogni dato segno designa.


3.34La proposizione possiede tratti essenziali e accidentali.
{{ParTLP|3.34}} La proposizione possiede tratti essenziali e accidentali.


Accidentali sono i tratti che derivano dal particolare modo in cui viene prodotto il segno proposizionale. Essenziali quelli senza i quali la proposizione non sarebbe capace di esprimere il suo senso.
Accidentali sono i tratti che derivano dal particolare modo in cui viene prodotto il segno proposizionale. Essenziali quelli senza i quali la proposizione non sarebbe capace di esprimere il suo senso.


3.341L'essenziale nella proposizione è dunque ciò che è comune a tutte le proposizioni che possono esprimere lo stesso senso.
{{ParTLP|3.341}} L'essenziale nella proposizione è dunque ciò che è comune a tutte le proposizioni che possono esprimere lo stesso senso.


E allo stesso modo, in generale, l'essenziale nel simbolo è ciò che hanno in comune tutti i simboli che possono assolvere lo stesso scopo.
E allo stesso modo, in generale, l'essenziale nel simbolo è ciò che hanno in comune tutti i simboli che possono assolvere lo stesso scopo.


3.3411Si potrebbe quindi dire: il nome, propriamente, è ciò che tutti i simboli che designano l'oggetto hanno in comune. Si rivelerebbe così gradualmente che nessuna composizione è minimamente essenziale per il nome.
{{ParTLP|3.3411}} Si potrebbe quindi dire: il nome, propriamente, è ciò che tutti i simboli che designano l'oggetto hanno in comune. Si rivelerebbe così gradualmente che nessuna composizione è minimamente essenziale per il nome.


3.342Nelle nostre notazioni qualcosa è, certo, arbitrario, ma ''questo'' non è arbitrario: che ''se'' abbiamo determinato qualcosa arbitrariamente, allora qualcosa d'altro deve verificarsi. (Questo dipende dall'''essenza'' della notazione.)
{{ParTLP|3.342}} Nelle nostre notazioni qualcosa è, certo, arbitrario, ma ''questo'' non è arbitrario: che ''se'' abbiamo determinato qualcosa arbitrariamente, allora qualcosa d'altro deve verificarsi. (Questo dipende dall'''essenza'' della notazione.)


3.3421Un particolare modo di designazione può non essere importante, ma è sempre importante che esso sia un ''possibile'' modo di designazione. E così stanno le cose nella filosofia in generale: l'individuo si rivela sempre di nuovo non importante, ma la possibilità di ogni individuo ci rivela qualcosa sull'essenza del mondo.
{{ParTLP|3.3421}} Un particolare modo di designazione può non essere importante, ma è sempre importante che esso sia un ''possibile'' modo di designazione. E così stanno le cose nella filosofia in generale: l'individuo si rivela sempre di nuovo non importante, ma la possibilità di ogni individuo ci rivela qualcosa sull'essenza del mondo.


3.343Le definizioni sono regole per la traduzione di un linguaggio in un altro. Ogni linguaggio segnico corretto deve poter essere tradotto in ogni altro secondo tali regole: ''questo'' è ciò che essi hanno tutti in comune.
{{ParTLP|3.343}} Le definizioni sono regole per la traduzione di un linguaggio in un altro. Ogni linguaggio segnico corretto deve poter essere tradotto in ogni altro secondo tali regole: ''questo'' è ciò che essi hanno tutti in comune.


3.344Ciò che nel simbolo designa è ciò che vi è di comune in tutti quei simboli con cui esso può essere sostituito secondo le regole della sintassi logica.
{{ParTLP|3.344}} Ciò che nel simbolo designa è ciò che vi è di comune in tutti quei simboli con cui esso può essere sostituito secondo le regole della sintassi logica.


3.3441Si può ad es. esprimere così ciò che vi è di comune in tutte le notazioni per le funzioni di verità: a esse è comune il ''poter essere'' tutte ''sostituite'' – ad es. – dalla notazione di «~''p''» («non ''p''») e «''p'' ∨ ''q''» («''p'' o ''q''»).
{{ParTLP|3.3441}} Si può ad es. esprimere così ciò che vi è di comune in tutte le notazioni per le funzioni di verità: a esse è comune il ''poter essere'' tutte ''sostituite'' – ad es. – dalla notazione di «~''p''» («non ''p''») e «''p'' ∨ ''q''» («''p'' o ''q''»).


(Ecco il modo in cui una particolare notazione possibile può rivelarci qualcosa di generale.)
(Ecco il modo in cui una particolare notazione possibile può rivelarci qualcosa di generale.)


3.3442Anche il segno del complesso si risolve tramite l'analisi in modo non arbitrario, cosicché la sua scomposizione sarebbe diversa per ogni struttura della proposizione.
{{ParTLP|3.3442}} Anche il segno del complesso si risolve tramite l'analisi in modo non arbitrario, cosicché la sua scomposizione sarebbe diversa per ogni struttura della proposizione.


3.4La proposizione determina un luogo nello spazio logico. L'esistenza di questo luogo logico non è garantita che dall'esistenza delle parti costituenti, dall'esistenza della proposizione dotata di senso.
{{ParTLP|3.4}} La proposizione determina un luogo nello spazio logico. L'esistenza di questo luogo logico non è garantita che dall'esistenza delle parti costituenti, dall'esistenza della proposizione dotata di senso.


3.41Il segno proposizionale e le coordinate logiche: questo è il luogo logico.
{{ParTLP|3.41}} Il segno proposizionale e le coordinate logiche: questo è il luogo logico.


3.411Il luogo geometrico e quello logico corrispondono in quanto sono entrambi la possibilità di un'esistenza.
{{ParTLP|3.411}} Il luogo geometrico e quello logico corrispondono in quanto sono entrambi la possibilità di un'esistenza.


3.42Benché la proposizione possa determinare solo un luogo dello spazio logico, con essa dev'essere già dato l'intero spazio logico.
{{ParTLP|3.42}} Benché la proposizione possa determinare solo un luogo dello spazio logico, con essa dev'essere già dato l'intero spazio logico.


(Altrimenti con la negazione, la somma logica, il prodotto logico ecc. verrebbero introdotti sempre nuovi elementi – in coordinazione.)
(Altrimenti con la negazione, la somma logica, il prodotto logico ecc. verrebbero introdotti sempre nuovi elementi – in coordinazione.)
Line 475: Line 477:
(L'impalcatura logica intorno all'immagine determina lo spazio logico. La proposizione attraversa tutto lo spazio logico.)
(L'impalcatura logica intorno all'immagine determina lo spazio logico. La proposizione attraversa tutto lo spazio logico.)


3.5Il segno proposizionale applicato, pensato, è il pensiero.
{{ParTLP|3.5}} Il segno proposizionale applicato, pensato, è il pensiero.


4Il pensiero è la proposizione dotata di senso.
{{ParTLP|4}} Il pensiero è la proposizione dotata di senso.


4.001La totalità delle proposizioni è il linguaggio.
{{ParTLP|4.001}} La totalità delle proposizioni è il linguaggio.


4.002L'uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, mediante i quali può essere espresso qualsiasi senso, senza avere un'idea di come e cosa ogni parola significa. – Così come si parla senza sapere come sono prodotti i singoli suoni.
4.002L'uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, mediante i quali può essere espresso qualsiasi senso, senza avere un'idea di come e cosa ogni parola significa. – Così come si parla senza sapere come sono prodotti i singoli suoni.