Osservazioni sul “Ramo d’oro” di Frazer: Difference between revisions

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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del <u>mondo</u>(e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non esorcizzare nelle mie parole qualcosa di più elevato?
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del «<u>mondo</u>» (e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non esorcizzare nelle mie parole qualcosa di più elevato?




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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 297}} Io credo che la caratteristica dell’uomo primitivo sia che egli non ha a che fare con ''opinioni'' (Frazer la pensa diversamente). Leggo, tra tanti esempi simili, di un re della pioggia in Africa al quale la gente chiede di far piovere ''quando arriva la stagione delle piogge''. Ma questo vuol dire allora che essi non sono propriamente dell’opinione che egli sia in grado di far piovere, altrimenti lo farebbe nel periodo annuale di siccità, nel quale la terra diventa «a parched and arid desert».<ref>"Un deserto arido e riarso" (''N. d. T.'').</ref> Se infatti si suppone che quella gente abbia un tempo stabilito questa funzione del re della pioggia per stupidità, è però perfettamente chiaro che avevano già fatto esperienza del fatto che in marzo comincia a piovere e avrebbero di conseguenza fatto sì che il re della pioggia entrasse in azione per la parte restante dell’anno. Oppure ancora: gli esseri umani celebrano ritualmente l’avvento del giorno a ridosso del mattino, quando il sole sta per sorgere, e non durante la notte, quando invece essi si limitano ad accendere le lampade.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 297}} Io credo che la caratteristica dell’uomo primitivo sia che egli non ha a che fare con <u>opinioni</u> (Frazer la pensa diversamente). Leggo, tra tanti esempi simili, di un re della pioggia in Africa al quale la gente chiede di far piovere <u>quando arriva la stagione delle piogge</u>. Ma questo vuol dire allora che essi non sono propriamente dell’opinione che egli sia in grado di far piovere, altrimenti lo farebbe nel periodo annuale di siccità, nel quale la terra diventa «a parched and arid desert».<ref>"Un deserto arido e riarso" (''N. d. T.'').</ref> Se infatti si suppone che quella gente abbia un tempo stabilito questa funzione del re della pioggia per stupidità, è però perfettamente chiaro che avevano già fatto esperienza del fatto che in marzo comincia a piovere e avrebbero di conseguenza fatto sì che il re della pioggia entrasse in azione per la parte restante dell’anno. Oppure ancora: gli esseri umani celebrano ritualmente l’avvento del giorno a ridosso del mattino, quando il sole sta per sorgere, e non durante la notte, quando invece essi si limitano ad accendere le lampade.


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Quando sono arrabbiato per qualcosa, picchio talvolta col bastone sulla terra o contro un albero, etc. Non penso però che la terra sia colpevole o che il colpo possa essere di qualche aiuto. «Sfogo la mia furia». E tutti i riti sono qualcosa di questo genere. Tali azioni possono essere chiamate azioni {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 298}} istintuali. – E una spiegazione storica, riguardo ad esempio il fatto che io o i miei antenati in passato credessimo che pestare sulla terra servisse a qualcosa, è uno specchietto per le allodole, perché è una supposizione inutile e che non spiega ''nulla''. La cosa importante è la somiglianza fra quest’atto e l’atto di una punizione, ma oltre a questa somiglianza non c’è niente da constatare.
Quando sono arrabbiato per qualcosa, picchio talvolta col bastone sulla terra o contro un albero, etc. Non <u>credo</u> però che la terra sia colpevole o che il colpo possa essere di qualche aiuto. «Sfogo la mia furia». E tutti i riti sono qualcosa di questo genere. Tali azioni possono essere chiamate azioni {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 298}} istintuali. – E una spiegazione storica, riguardo ad esempio il fatto che io o i miei antenati in passato credessimo che pestare sulla terra servisse a qualcosa, è uno specchietto per le allodole, perché è una supposizione inutile e che non spiega ''nulla''. La cosa importante è la somiglianza fra quest’atto e l’atto di una punizione, ma oltre a questa somiglianza non c’è niente da constatare.


Una volta che un tale fenomeno viene posto in relazione a un istinto che io stesso possiedo, ecco che questa è appunto la spiegazione che {{Udashed|volevamo}} //che {{Udashed|agognavamo}}//; cioè quella che risolve questo particolare puzzlement<ref>"Perplessità" (''N. d. T.'').</ref> //questa particolare {{Udashed|difficoltà}}//. E un esame //una ricerca ulteriore// sulla storia del mio istinto si muove lungo percorsi diversi.
Una volta che un tale fenomeno viene posto in relazione a un istinto che io stesso possiedo, ecco che questa è appunto la spiegazione che {{Udashed|volevamo}} //che {{Udashed|agognavamo}}//; cioè quella che risolve questo particolare puzzlement<ref>"Perplessità" (''N. d. T.'').</ref> //questa particolare {{Udashed|difficoltà}}//. E un esame //una ricerca ulteriore// sulla storia del mio istinto si muove lungo percorsi diversi.
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Non dev’essere stata una ragione di poco conto, anzi non dev’esser stata proprio alcuna <u>ragione</u> ad aver portato alcune razze umane a venerare l’albero di quercia, bensì solamente il fatto che esse e la quercia erano unite in una comunità di vita //simbiosi//, quindi non per scelta, bensì come la pulce <s>con il cane</s> //e il cane uniti sin dall’origine// //originatisi insieme//. (Se le pulci sviluppassero un rito, esso sarebbe legato al cane).
Non dev’essere stata una ragione di poco conto, anzi non deve affatto esser stata una <u>ragione</u> ad aver portato alcune razze umane a venerare l’albero di quercia, bensì solamente il fatto che esse e la quercia erano unite in una comunità di vita //simbiosi//, quindi non per scelta, bensì come la pulce <s>con il cane</s> //e il cane uniti sin dall’origine// //originatisi insieme//. (Se le pulci sviluppassero un rito, esso sarebbe legato al cane).


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Il nonsenso sta proprio qui, nel fatto che Frazer presenti le cose come se questi popoli avessero una raffigurazione completamente falsa (anzi, delirante) sul corso della natura, laddove invece essi hanno soltanto una peculiare interpretazione dei fenomeni. Cioè la loro conoscenza della natura, qualora la mettessero per iscritto, non si distinguerebbe <u>fondamentalmente</u> dalla nostra. Solo la loro ''magia'' è differente.
Il nonsenso sta proprio qui, nel fatto che Frazer presenti le cose come se questi popoli avessero una raffigurazione completamente falsa (anzi, delirante) sul corso della natura, laddove invece essi hanno soltanto una peculiare interpretazione dei fenomeni. Cioè la loro conoscenza della natura, qualora la mettessero per iscritto, non si distinguerebbe <u>fondamentalmente</u> dalla nostra. Solo la loro <u>magia</u> è differente.


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Qui c’è qualcosa che assomiglia alle vestigia di un sorteggio. E, in virtù di questo aspetto, ciò guadagna immediatamente spessore. Se noi appurassimo che, in un caso specifico, la torta coi bottoni è stata preparata «originariamente» ad esempio in onore di un fabbricatore di bottoni «per il suo compleanno», e che tale usanza si sia poi instaurata nei dintorni, allora questa usanza perderebbe di fatto ogni «spessore», a meno che questo spessore non sia contenuto nella forma attuale dell’usanza per com’è {{Udashed|in sé}}. Tuttavia, in un caso come questo, si dice spesso: «Questa usanza è <u>chiaramente</u> antichissima». Da cosa lo si evince? È solo perché si possiede una testimonianza storica di usanze antiche dello stesso tipo? Oppure c’è anche un altro motivo, di quelli che si evincono per interpretazione? Ma quand’anche venga dimostrata storicamente l’origine remota dell’usanza e la provenienza di un’usanza oscura, è ben possibile che l’usanza non abbia oggi più in sé <u>niente</u> di oscuro, che non le sia rimasto addosso più nulla dell’antico orrore. Forse oggigiorno essa viene messa in pratica soltanto dai bambini, che si cimentano nel preparare la torta e nel decorarla coi bottoni.
Qui c’è qualcosa che assomiglia alle vestigia di un sorteggio. E, in virtù di questo aspetto, ciò guadagna immediatamente spessore. Se noi appurassimo che, in un caso specifico, la torta coi bottoni è stata preparata «originariamente» ad esempio in onore di un fabbricatore di bottoni «per il suo compleanno», e che tale usanza si sia poi instaurata nei dintorni, allora questa usanza perderebbe di fatto ogni «spessore», a meno che questo spessore non sia contenuto nella forma attuale dell’usanza per com’è {{Udashed|in sé}}. Tuttavia, in un caso come questo, si dice spesso: «Questa usanza è <u>chiaramente</u> antichissima». Da cosa lo si evince? È solo perché si possiede una testimonianza storica di usanze antiche dello stesso tipo? Oppure c’è anche un altro motivo, di quelli che si evincono per interpretazione? Ma quand’anche venga dimostrata storicamente l’origine remota dell’usanza e la provenienza di un’usanza oscura, è ben possibile che l’usanza non abbia oggi più in sé <u>niente</u> di oscuro, che non le sia rimasto addosso più nulla dell’antico orrore. Forse oggigiorno essa viene messa in pratica soltanto dai bambini, che si cimentano nel preparare la torta e nel decorarla coi bottoni.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 14}} Pertanto, la profondità sta allora solo nel pensiero rivolto a quell’origine. Ma essa può essere del tutto incerta, e si vorrebbe dire: “A che scopo darsi pena per //preoccuparsi di// una faccenda tanto incerta?” (come una Saggia Else che si guarda indietro). Ma non si tratta di preoccupazioni di quel genere. – Soprattutto: da dove viene la certezza che una tale usanza debba essere antichissima (in cosa consistono i nostri dati, qual è la verificazione)? E quand’anche avessimo poi una certezza, non potremmo comunque sbagliarci e non potrebbe il nostro errore essere confutato storicamente? Sicuro, e tuttavia rimane poi sempre ancora qualcosa di cui siamo certi. Diremmo perciò: «Bene, in questo caso <u>particolare</u> l’origine può essere un’altra, ma in generale è sicuramente antica». Ciò che per noi è <u>evidenza</u> di ciò deve includere la profondità di tale supposizione. E questa evidenza è, ancora una volta, non-ipotetica, psicologica. Se cioè dico: la profondità in //di// questa usanza sta nella sua origine, <u>se</u> è andata davvero così. Allora o la profondità <s>deve</s> //sta// nel pensiero rivolto a una tale origine, o la profondità è essa stessa solo ipotetica e si può soltanto dire: ''se'' è andata davvero così, {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 15}} allora è stata una vicenda oscura e profonda. Voglio dire: l’oscurità, la profondità, non stanno nel fatto che per quanto riguarda la storia di <u>questa</u> usanza le cose siano andate davvero così, poiché forse non sono andate affatto in questo modo; e nemmeno nel fatto che forse o probabilmente si sono svolte così, bensì in ciò che mi dà motivo di supporlo. Da cosa proviene infatti in generale la profondità e oscurità del sacrificio umano? Sono infatti solo le sofferenze delle vittime a farci impressione? I malesseri di tutte le specie, che sono connessi ad altrettanti dolori, non suscitano <u>mica</u> questa impressione. No, questa profondità e oscurità non si comprende di per sé, se veniamo soltanto a conoscenza della storia dell’azione esteriore; siamo <u>noi</u> che la riportiamo nella nostra interiorità a partire da un’esperienza.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 14}} Pertanto, la profondità sta allora solo nel pensiero rivolto a quell’origine. Ma essa può essere del tutto incerta, e si vorrebbe dire: “A che scopo darsi pena per //preoccuparsi di// una faccenda tanto incerta?” (come una Saggia Else che si guarda indietro). Ma non si tratta di preoccupazioni di quel genere. – Soprattutto: da dove viene la certezza che una tale usanza debba essere antichissima (in cosa consistono i nostri dati, qual è la verificazione)? E quand’anche avessimo poi una certezza, non potremmo comunque sbagliarci e non potrebbe il nostro errore essere confutato storicamente? Sicuro, e tuttavia rimane poi sempre ancora qualcosa di cui siamo certi. Diremmo perciò: «Bene, in questo caso <u>particolare</u> l’origine può essere un’altra, ma in generale è sicuramente antica». Ciò che per noi è <u>evidenza</u> di ciò deve includere la profondità di tale supposizione. E questa evidenza è, ancora una volta, non-ipotetica, psicologica. Se cioè dico: la profondità in //<u>di</u>// questa usanza sta nella sua origine, <u>se</u> è andata davvero così. Allora o la profondità <s>deve</s> //sta// nel pensiero rivolto a una tale origine, o la profondità è essa stessa solo ipotetica e si può soltanto dire: <u>se</u> è andata davvero così, {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 15}} allora è stata una vicenda oscura e profonda. Voglio dire: l’oscurità, la profondità, non stanno nel fatto che per quanto riguarda la storia di <u>questa</u> usanza le cose siano andate davvero così, poiché forse non sono andate affatto in questo modo; e nemmeno nel fatto che forse o probabilmente si sono svolte così, bensì in ciò che mi dà motivo di supporlo. Da cosa proviene infatti in generale la profondità e oscurità del sacrificio umano? Sono infatti solo le sofferenze delle vittime a farci impressione? I malesseri di tutte le specie, che sono connessi ad altrettanti dolori, non suscitano <u>mica</u> questa impressione. No, questa profondità e oscurità non si comprende di per sé, se veniamo soltanto a conoscenza della storia dell’azione esteriore; siamo <u>noi</u> che la riportiamo nella nostra interiorità a partire da un’esperienza.


Il fatto che il sorteggio avvenga mediante un dolce ha (anche) qualcosa di particolarmente {{Udashed|raccapricciante}} (un po’ come il tradimento per mezzo di un bacio), e che a noi questo faccia un effetto particolarmente terribile ancora una volta reca un significato essenziale per la ricerca intorno a tali usanze {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 16}} [a una tale usanza].
Il fatto che il sorteggio avvenga mediante un dolce ha (anche) qualcosa di particolarmente {{Udashed|raccapricciante}} (un po’ come il tradimento per mezzo di un bacio), e che a noi questo faccia un effetto particolarmente terribile ancora una volta reca un significato essenziale per la ricerca intorno a tali usanze {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 16}} [a una tale usanza].
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Ma cosa ci impedisce di supporre che la festa di Beltane sia sempre stata celebrata nella forma attuale (o del recente passato)? Si vorrebbe dire: è troppo assurda per {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 17}} essere stata inventata così. Non è come vedere un rudere e dire: questo un tempo dev’essere stato una casa, poiché nessuno avrebbe eretto un cumulo siffatto di sassi squadrati e irregolari? E se si domandasse: come fai a saperlo? //,// allora io potrei dir soltanto: me lo insegna l’esperienza che ho degli esseri umani. Invero, laddove essi costruiscono davvero delle rovine, queste assumono le forme di case distrutte.
Ma cosa ci impedisce di supporre che la festa di Beltane sia sempre stata celebrata nella forma attuale (o del recente passato)? Si vorrebbe dire: è troppo assurda per {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 17}} essere stata inventata così. Non è come vedere un rudere e dire: questo un tempo dev’essere stato una casa, poiché nessuno avrebbe eretto un cumulo siffatto di sassi squadrati e irregolari? E se si domandasse: come fai a saperlo? //,// allora io potrei dir soltanto: me lo insegna l’esperienza che ho degli esseri umani. Invero, laddove essi costruiscono davvero delle rovine, queste assumono le forme di case distrutte.


Si potrebbe anche dire così: chi volesse farci impressione col racconto della festa di Beltane, non avrebbe comunque bisogno di esplicitare l’ipotesi circa la sua origine; gli sarebbe bensì sufficiente presentare il materiale (che porta a tale ipotesi) senza aggiungere altro. A questo punto, si vorrebbe forse dire: «Chiaro! Questo perché l’ascoltatore, o il lettore, trarrà da sé la conclusione!». Deve però trarre questa conclusione in maniera esplicita? Ovvero deve trarre comunque questa conclusione? E di che tipo di conclusione si tratta? Che questo o quello sia <u>probabile</u>?! E se è in grado di trarre la conclusione da sé, <s>perché</s> come fa questa a fargli impressione? Ciò che gli fa impressione deve infatti essere qualcosa che non ha fatto ''lui''! A impressionarlo è dunque solo l’ipotesi enunciata <s>o ciascuna</s> (enunciata da lui o da un altro) o già il materiale?
Si potrebbe anche dire così: chi volesse farci impressione col racconto della festa di Beltane, non avrebbe comunque bisogno di esplicitare l’ipotesi circa la sua origine; gli sarebbe bensì sufficiente presentare il materiale (che porta a tale ipotesi) senza aggiungere altro. A questo punto, si vorrebbe forse dire: «Chiaro! Questo perché l’ascoltatore, o il lettore, trarrà da sé la conclusione!». Deve però trarre questa conclusione in maniera esplicita? Ovvero deve trarre comunque questa conclusione? E di che tipo di conclusione si tratta? Che questo o quello sia <u>probabile</u>?! E se è in grado di trarre la conclusione da sé, <s>perché</s> come fa questa a fargli impressione? Ciò che gli fa impressione deve infatti essere qualcosa che non ha fatto <u>lui</u>! A impressionarlo è dunque solo l’ipotesi enunciata <s>o ciascuna</s> (enunciata da lui o da un altro) o già il materiale?


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 18}} Ma non potrei altrettanto bene chiedermi: se <s>uno</s> io vedo come qualcuno viene assassinato, mi impressiona proprio quel che vedo, oppure solo l’ipotesi che qui un uomo viene assassinato?
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 18}} Ma non potrei altrettanto bene chiedermi: se <s>uno</s> io vedo come qualcuno viene assassinato, mi impressiona proprio quel che vedo, oppure solo l’ipotesi che qui un uomo viene assassinato?