Osservazioni sul “Ramo d’oro” di Frazer: Difference between revisions

no edit summary
No edit summary
No edit summary
Line 14: Line 14:
{{colophon
{{colophon
|translator=
|translator=
|notes=Sotto il titolo ''[[Bemerkungen über Frazers “The Golden Bough”]]'' si raccolgono alcuni estratti dei manoscritti Ms-110, Ts-211 e Ms-143 del ''Nachlass'' di Wittgenstein. Questa traduzione è stata condotta sull'edizione diplomatica dei manoscritti originali tedeschi generata dallo strumento di Presentazione Dinamica Interattiva (Interactive Dynamic Presentation)<ref group="N">L. Wittgenstein, <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/transform/wab.php?modus=opsjoner Interactive Dynamic Presentation (IDP) of Ludwig Wittgenstein’s philosophical ''Nachlass'']</span>, a cura degli Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen sotto la direzione di A. Pichler, Bergen 2016-.</ref> offerto dagli <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/ Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen (WAB)]</span>. Il testo originale è nel pubblico dominio in tutti i paesi dove i diritti di proprietà intellettuale scadono 70 anni o meno dopo la morte dell'autore. Questa traduzione è pubblicata secondo i termini della licenza <span class="plainlinks">[https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo]</span>.
|notes=Sotto il titolo ''[[Bemerkungen über Frazers “The Golden Bough”]]'' si raccolgono alcuni estratti dei manoscritti Ms-110, Ts-211 e Ms-143 del ''Nachlass'' di Wittgenstein. Questa traduzione è stata condotta sull'edizione diplomatica dei manoscritti originali tedeschi generata dallo strumento di Presentazione Dinamica Interattiva (Interactive Dynamic Presentation)<ref group="N">L. Wittgenstein, <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/transform/wab.php?modus=opsjoner Interactive Dynamic Presentation (IDP) of Ludwig Wittgenstein’s philosophical ''Nachlass'']</span>, a cura degli Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen sotto la direzione di A. Pichler, Bergen 2016-.</ref> offerto dagli <span class="plainlinks">[http://wab.uib.no/ Archivi Wittgenstein presso l'Università di Bergen (WAB)]</span>. Il testo originale è nel pubblico dominio in tutti i paesi dove i diritti di proprietà intellettuale scadono 70 anni o meno dopo la morte dell'autore. Questa traduzione, realizzata per il <span class="plainlinks">[https://www.wittgensteinproject.org/w/index.php?title=Main_Page Ludwig Wittgenstein Project]</span>, è pubblicata secondo i termini della licenza <span class="plainlinks">[https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo]</span>.
|language=
|language=
|original=
|original=
Line 80: Line 80:
Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.
Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.


E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Tuttavia, alla domanda “perché questo accade?, si risponde propriamente in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.
E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Tuttavia, alla domanda «perché questo accade?», si risponde propriamente in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.




Line 99: Line 99:




Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione “la maestà della morte”, si vede che esse sono un tutt’uno.
 
Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione «la maestà della morte», si vede che esse sono un tutt’uno.


La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  
La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  
Line 115: Line 116:
Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.
Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere ''spiegato''e non può essere spiegato.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere «''spiegato''» e non può essere spiegato.




Line 159: Line 160:
Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 319}}, in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé ogni giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, {{Udashed|emergerà}} //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò che noi realmente conosciamo e che risulta interessante.
Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 319}}, in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé ogni giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, {{Udashed|emergerà}} //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò che noi realmente conosciamo e che risulta interessante.


Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non “perché non se lo riesce a spiegare” (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una “spiegazione”, infatti, diventa forse meno impressionante?
Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non «perché non se lo riesce a spiegare» (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una «spiegazione», infatti, diventa forse meno impressionante?


La magia che si trova in «Alice nel paese delle meraviglie» quando per asciugarsi si legge la cosa più arida che vi sia.
La magia che si trova in «Alice nel paese delle meraviglie» quando per asciugarsi si legge la cosa più arida che vi sia.
Line 182: Line 183:




Si arriva così a non mettere più in contrapposizione l’operato delle parole scritte e orali con l’operato delle “rappresentazioni immaginifiche” degli eventi.
 
Si arriva così a non mettere più in contrapposizione l’operato delle parole scritte e orali con l’operato delle «rappresentazioni immaginifiche» degli eventi.




Line 188: Line 190:




Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: “Ho paura della vendetta degli dèi”, ciò mostra che con ciò ({{Udashed|posso}}) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non ha niente a che fare con quella credenza. //che non è necessariamente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 321}} collegato a quella credenza.//
Frazer: «... That these observances are dictated by fear of the ghost of the slain seems certain; ...».<ref>«... Sembra certo che tali osservanze siano dettate dalla paura dello spirito di colui che è stato ucciso;&nbsp;...» (''N. d. T.'').</ref> Ma perché allora Frazer si serve della parola «ghost»? Dunque comprende perfettamente questa superstizione, dal momento che ce la spiega con un termine superstizioso di uso corrente. O meglio, sulla base di questo egli avrebbe potuto vedere che anche in noi qualcosa parla in favore di quel modo di agire dei selvaggi. – Se io, che non credo che vi siano da qualche parte essenze umane-sovrumane che si possono chiamare dèi, se io dico: «Ho paura della vendetta degli dèi», ciò mostra che con ciò ({{Udashed|posso}}) intendere qualcosa, o posso dare espressione a un sentimento che non ha niente a che fare con quella credenza. //che non è necessariamente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 321}} collegato a quella credenza.//


Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.
Frazer sarebbe capace di credere che un selvaggio muoia per equivoco. Nei libri di scuola per bambini sta scritto che Attila intraprese le sue grandi spedizioni militari poiché riteneva di possedere la spada del dio del tuono.
Line 204: Line 206:




Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione ''panoramica''.
Riguardo al modo in cui Frazer colleziona i fatti si vorrebbe dire: «E così il coro allude a una legge segreta». Ora, ''posso'' esprimere //presentare// questa legge, questa idea, tramite un’ipotesi di sviluppo, oppure anche in analogia allo schema di una pianta, attraverso lo schema di una cerimonia religiosa, o piuttosto mediante il raggruppamento del semplice materiale relativo ai fatti, in una rappresentazione «''panoramica''».




Line 210: Line 212:




{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 282}} vediamo le cose. (Una specie di “visione del mondo” quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 281}} Il concetto di rappresentazione panoramica ha per noi un significato fondamentale. Esso designa la nostra forma di rappresentazione, il modo in cui {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 282}} vediamo le cose. (Una specie di «visione del mondo» quale apparentemente risulta tipica della nostra epoca. Spengler.)






Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi “vediamo le connessioni”. Da ciò l’importanza degli ''elementi di congiunzione'' //di trovare ''elementi di congiunzione''//.
Tale rappresentazione panoramica veicola quel comprendere //quella comprensione// che consiste proprio nel fatto che noi «vediamo le connessioni». Da ciò l’importanza degli ''elementi di congiunzione'' //di trovare ''elementi di congiunzione''//.




Line 254: Line 256:


{{leftaside|ø\}}
{{leftaside|ø\}}
Si potrebbe dire: “In prospettiva si può trovare un fascino”, ma questo sarebbe sbagliato. Corretto è dire che ciascuna prospettiva risulta significativa per chi la vede significativa (il che però non vuol dire vederla diversa da com’è). Già, in questo senso, ogni prospettiva è ugualmente significativa.
Si potrebbe dire «in ogni prospettiva si può trovare un fascino», ma questo sarebbe sbagliato. Corretto è dire che ciascuna prospettiva risulta significativa per chi la vede significativa (il che però non vuol dire vederla diversa da com’è). Già, in questo senso, ogni prospettiva è ugualmente significativa.


{{leftaside|ø\}}
{{leftaside|ø\}}
Line 343: Line 345:
Qui c’è qualcosa che assomiglia alle vestigia di un sorteggio. E, in virtù di questo aspetto, ciò guadagna immediatamente spessore. Se noi appurassimo che, in un caso specifico, la torta coi bottoni è stata preparata «originariamente» ad esempio in onore di un fabbricatore di bottoni «per il suo compleanno», e che tale usanza si sia poi instaurata nei dintorni, allora questa usanza perderebbe di fatto ogni «spessore», a meno che questo spessore non sia contenuto nella forma attuale dell’usanza per com’è {{Udashed|in sé}}. Tuttavia, in un caso come questo, si dice spesso: «Questa usanza è <u>chiaramente</u> antichissima». Da cosa lo si evince? È solo perché si possiede una testimonianza storica di usanze antiche dello stesso tipo? Oppure c’è anche un altro motivo, di quelli che si evincono per interpretazione? Ma quand’anche venga dimostrata storicamente l’origine remota dell’usanza e la provenienza di un’usanza oscura, è ben possibile che l’usanza non abbia oggi più in sé <u>niente</u> di oscuro, che non le sia rimasto addosso più nulla dell’antico orrore. Forse oggigiorno essa viene messa in pratica soltanto dai bambini, che si cimentano nel preparare la torta e nel decorarla coi bottoni.
Qui c’è qualcosa che assomiglia alle vestigia di un sorteggio. E, in virtù di questo aspetto, ciò guadagna immediatamente spessore. Se noi appurassimo che, in un caso specifico, la torta coi bottoni è stata preparata «originariamente» ad esempio in onore di un fabbricatore di bottoni «per il suo compleanno», e che tale usanza si sia poi instaurata nei dintorni, allora questa usanza perderebbe di fatto ogni «spessore», a meno che questo spessore non sia contenuto nella forma attuale dell’usanza per com’è {{Udashed|in sé}}. Tuttavia, in un caso come questo, si dice spesso: «Questa usanza è <u>chiaramente</u> antichissima». Da cosa lo si evince? È solo perché si possiede una testimonianza storica di usanze antiche dello stesso tipo? Oppure c’è anche un altro motivo, di quelli che si evincono per interpretazione? Ma quand’anche venga dimostrata storicamente l’origine remota dell’usanza e la provenienza di un’usanza oscura, è ben possibile che l’usanza non abbia oggi più in sé <u>niente</u> di oscuro, che non le sia rimasto addosso più nulla dell’antico orrore. Forse oggigiorno essa viene messa in pratica soltanto dai bambini, che si cimentano nel preparare la torta e nel decorarla coi bottoni.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 14}} Pertanto, la profondità sta allora solo nel pensiero rivolto a quell’origine. Ma essa può essere del tutto incerta, e si vorrebbe dire: “A che scopo darsi pena per //preoccuparsi di// una faccenda tanto incerta?(come una Saggia Else che si guarda indietro). Ma non si tratta di preoccupazioni di quel genere. – Soprattutto: da dove viene la certezza che una tale usanza debba essere antichissima (in cosa consistono i nostri dati, qual è la verificazione)? E quand’anche avessimo poi una certezza, non potremmo comunque sbagliarci e non potrebbe il nostro errore essere confutato storicamente? Sicuro, e tuttavia rimane poi sempre ancora qualcosa di cui siamo certi. Diremmo perciò: «Bene, in questo caso <u>particolare</u> l’origine può essere un’altra, ma in generale è sicuramente antica». Ciò che per noi è <u>evidenza</u> di ciò deve includere la profondità di tale supposizione. E questa evidenza è, ancora una volta, non-ipotetica, psicologica. Se cioè dico: la profondità in //<u>di</u>// questa usanza sta nella sua origine, <u>se</u> è andata davvero così. Allora o la profondità <s>deve</s> //sta// nel pensiero rivolto a una tale origine, o la profondità è essa stessa solo ipotetica e si può soltanto dire: <u>se</u> è andata davvero così, {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 15}} allora è stata una vicenda oscura e profonda. Voglio dire: l’oscurità, la profondità, non stanno nel fatto che per quanto riguarda la storia di <u>questa</u> usanza le cose siano andate davvero così, poiché forse non sono andate affatto in questo modo; e nemmeno nel fatto che forse o probabilmente si sono svolte così, bensì in ciò che mi dà motivo di supporlo. Da cosa proviene infatti in generale la profondità e oscurità del sacrificio umano? Sono infatti solo le sofferenze delle vittime a farci impressione? I malesseri di tutte le specie, che sono connessi ad altrettanti dolori, non suscitano <u>mica</u> questa impressione. No, questa profondità e oscurità non si comprende di per sé, se veniamo soltanto a conoscenza della storia dell’azione esteriore; siamo <u>noi</u> che la riportiamo nella nostra interiorità a partire da un’esperienza.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 14}} Pertanto, la profondità sta allora solo nel pensiero rivolto a quell’origine. Ma essa può essere del tutto incerta, e si vorrebbe dire: «A che scopo darsi pena per //preoccuparsi di// una faccenda tanto incerta?» (come una Saggia Else che si guarda indietro). Ma non si tratta di preoccupazioni di quel genere. – Soprattutto: da dove viene la certezza che una tale usanza debba essere antichissima (in cosa consistono i nostri dati, qual è la verificazione)? E quand’anche avessimo poi una certezza, non potremmo comunque sbagliarci e non potrebbe il nostro errore essere confutato storicamente? Sicuro, e tuttavia rimane poi sempre ancora qualcosa di cui siamo certi. Diremmo perciò: «Bene, in questo caso <u>particolare</u> l’origine può essere un’altra, ma in generale è sicuramente antica». Ciò che per noi è <u>evidenza</u> di ciò deve includere la profondità di tale supposizione. E questa evidenza è, ancora una volta, non-ipotetica, psicologica. Se cioè dico: la profondità in //<u>di</u>// questa usanza sta nella sua origine, <u>se</u> è andata davvero così. Allora o la profondità <s>deve</s> //sta// nel pensiero rivolto a una tale origine, o la profondità è essa stessa solo ipotetica e si può soltanto dire: <u>se</u> è andata davvero così, {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 15}} allora è stata una vicenda oscura e profonda. Voglio dire: l’oscurità, la profondità, non stanno nel fatto che per quanto riguarda la storia di <u>questa</u> usanza le cose siano andate davvero così, poiché forse non sono andate affatto in questo modo; e nemmeno nel fatto che forse o probabilmente si sono svolte così, bensì in ciò che mi dà motivo di supporlo. Da cosa proviene infatti in generale la profondità e oscurità del sacrificio umano? Sono infatti solo le sofferenze delle vittime a farci impressione? I malesseri di tutte le specie, che sono connessi ad altrettanti dolori, non suscitano <u>mica</u> questa impressione. No, questa profondità e oscurità non si comprende di per sé, se veniamo soltanto a conoscenza della storia dell’azione esteriore; siamo <u>noi</u> che la riportiamo nella nostra interiorità a partire da un’esperienza.


Il fatto che il sorteggio avvenga mediante un dolce ha (anche) qualcosa di particolarmente {{Udashed|raccapricciante}} (un po’ come il tradimento per mezzo di un bacio), e che a noi questo faccia un effetto particolarmente terribile ancora una volta reca un significato essenziale per la ricerca intorno a tali usanze {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 16}} [a una tale usanza].
Il fatto che il sorteggio avvenga mediante un dolce ha (anche) qualcosa di particolarmente {{Udashed|raccapricciante}} (un po’ come il tradimento per mezzo di un bacio), e che a noi questo faccia un effetto particolarmente terribile ancora una volta reca un significato essenziale per la ricerca intorno a tali usanze {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 16}} [a una tale usanza].
Line 379: Line 381:
Esso fornisce una semplice e infantile teoria della malattia, secondo cui essa è una lordura che può venir ripulita.
Esso fornisce una semplice e infantile teoria della malattia, secondo cui essa è una lordura che può venir ripulita.


Come esistono “teorie infantili della sessualità”, così esistono teorie infantili in generale. Questo non vuol dire però che tutto ciò che combina un bambino scaturisca <u>da</u> una {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 23}} teoria infantile come sua motivazione.
Come esistono «teorie infantili della sessualità», così esistono teorie infantili in generale. Questo non vuol dire però che tutto ciò che combina un bambino scaturisca <u>da</u> una {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 23}} teoria infantile come sua motivazione.


Ciò che è corretto e interessante non è affermare che questo è derivato da quest’altro, ma piuttosto: questo potrebbe essere derivato in questo modo.
Ciò che è corretto e interessante non è affermare che questo è derivato da quest’altro, ma piuttosto: questo potrebbe essere derivato in questo modo.