Osservazioni sul “Ramo d’oro” di Frazer: Difference between revisions

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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del «<u>mondo</u>» (e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non esorcizzare nelle mie parole qualcosa di più elevato?
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=110|page= 178}} Quando infatti io ho cominciato parlando del «<u>mondo</u>» (e non di questo albero o tavolo) che cos’altro volevo se non catturare nelle mie parole qualcosa di più elevato?


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L’idea di voler spiegare un’usanza – come ad esempio quella dell’uccisione del re-sacerdote – mi sembra già errata. Frazer non fa che renderla plausibile a gente che pensa in modo del tutto simile a lui. È assai degno di nota il fatto che, alla fin fine, tutte queste usanze vengono per così dire dipinte come sciocchezze.
L’idea di voler spiegare un’usanza – come ad esempio quella dell’uccisione del re-sacerdote – mi sembra già errata. Frazer non fa che renderla plausibile a gente che pensa in modo del tutto simile a lui. È assai degno di nota il fatto che, alla fin fine, tutte queste usanze vengono per così dire dipinte come sciocchezze.


Non sarà tuttavia mai plausibile che gli esseri umani facciano //tutto questo// per pura stupidità.
Non sarà tuttavia mai plausibile che gli esseri umani facciano tutte queste cose //tutto questo// per pura stupidità.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 314}} Quando per esempio egli ci spiega che il re dovrebbe essere ucciso nel fiore degli anni poiché altrimenti, secondo le visioni dei selvaggi, la sua anima non verrebbe conservata intatta, in tal caso si può soltanto dire: laddove tale usanza e questa visione coincidono, lì non è l’usanza a scaturire dalla visione, ma sono appunto presenti entrambe.
Quando per esempio egli ci spiega che il re dovrebbe essere ucciso nel fiore degli anni {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 314}} poiché altrimenti, secondo le visioni dei selvaggi, la sua anima non verrebbe conservata intatta, in tal caso si può soltanto dire: laddove tale usanza e questa visione coincidono, lì non è l’usanza a scaturire dalla visione, ma sono semplicemente presenti entrambe.


Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma <s>questa usanza</s> //questo fatto// si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.
Può ben darsi il caso, e oggigiorno accade spesso, che qualcuno dismetta un’usanza dopo aver riconosciuto un errore sul quale quest’usanza si reggeva. Ma <s>questa usanza</s> //questo fatto// si verifica per l’appunto solo laddove è sufficiente portare l’attenzione di costoro sul loro errore al fine di farli desistere dal loro modo di fare. Però le cose non stanno così con le pratiche religiose di un popolo e ''in merito a ciò'' non si ha a che fare proprio con ''alcun'' errore.
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Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.
Io ritengo che l’intervento di una spiegazione sia già di per sé un errore, poiché si deve soltanto ricostruire in maniera corretta ciò che si ''sa'', e non aggiungervi niente, così che la soddisfazione che si mira a ottenere per mezzo della spiegazione risulti di per se stessa.


E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Tuttavia, alla domanda «perché questo accade?», si risponde propriamente in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.
E qui ciò che soddisfa non è affatto la spiegazione. Quando Frazer inizia riferendoci la storia del re dei boschi di Nemi, lo fa con un tono che mostra che egli sente e vuole farci sentire che qui accade qualcosa di strano e spaventoso. Ma alla domanda «perché questo accade?», egli propriamente risponde in questo modo: poiché è spaventoso. Questo significa che proprio ciò che in questa dinamica ci sembra spaventoso, gigantesco, terrificante, tragico, etc., tutto tranne che triviale e irrilevante, proprio ''ciò'' ha portato in vita tale {{Udashed|dinamica}}.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 315}} Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 315}} Qui è possibile solo ''descrivere'' e affermare: la vita umana è così.
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Ogni spiegazione è un’ipotesi.
Ogni spiegazione è un’ipotesi.


Tuttavia, chi ad esempio è reso inquieto dall’amore, non troverà grande aiuto una spiegazione ipotetica. – Essa non lo quieterà.
Tuttavia, chi ad esempio è reso inquieto dall’amore non troverà grande aiuto una spiegazione ipotetica. – Essa non lo quieterà.


L’affollarsi dei pensieri che non riescono a emergere, poiché <s>essi</s> vogliono tutti farsi avanti e perciò si inceppano all’uscita.
L’affollarsi dei pensieri che non riescono a emergere, poiché <s>essi</s> vogliono tutti farsi avanti e perciò si inceppano all’uscita.


Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione «la maestà della morte», si vede che esse sono un tutt’uno.
Se si associa quel racconto del re-sacerdote di Nemi all’espressione «la maestà della morte», si vede che sono un tutt’uno.


La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  
La vita del re-sacerdote rappresenta ciò che si intende con quell’espressione.  
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Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.
Si vorrebbe dire: questa e quest’altra dinamica hanno avuto luogo; ridi, se puoi.


{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non è di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere «''spiegato''» e non può essere spiegato.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 316}} Gli atti religiosi, o la vita religiosa del re-sacerdote, non sono di un genere diverso rispetto a ogni vero e proprio atto religioso {{Udashed|di oggi}}, ad esempio una confessione dei peccati. Anche questo può essere «''spiegato''» e non può essere spiegato.


Dare fuoco in effigie. Baciare l’immagine della persona amata. Questo gesto ''naturalmente non'' si basa su una credenza in un effetto determinato sull’oggetto che l’immagine rappresenta. Esso mira piuttosto a una soddisfazione e per giunta la ottiene. O meglio, non vi ''mira'' affatto; noi agiamo appunto così e allora ci sentiamo soddisfatti.
Dare fuoco in effigie. Baciare l’immagine della persona amata. Questo gesto ''naturalmente non'' si basa su una credenza in un effetto determinato sull’oggetto che l’immagine rappresenta. Esso mira piuttosto a una soddisfazione e per giunta la ottiene. O meglio, non vi ''mira'' affatto; noi agiamo appunto così e allora ci sentiamo soddisfatti.
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E la magia si basa sempre sull’idea del simbolismo e del linguaggio.
E la magia si basa sempre sull’idea del simbolismo e del linguaggio.


La rappresentazione di un desiderio è, eo ipso, la rappresentazione del suo compimento.
La rappresentazione di un desiderio è, eo ipso, la rappresentazione del suo soddisfacimento.


La magia però porta un desiderio alla sua rappresentazione, lo esterna.
La magia però porta un desiderio alla sua rappresentazione, lo esterna.
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Perché a una persona non dovrebbe poter essere sacro il proprio nome? Da un lato è davvero lo strumento più importante che gli venga concesso, dall’altro è come un {{Udashed|gioiello}} con cui viene cinto sin dalla nascita.
Perché a una persona non dovrebbe poter essere sacro il proprio nome? Da un lato è davvero lo strumento più importante che gli venga concesso, dall’altro è come un {{Udashed|gioiello}} con cui viene cinto sin dalla nascita.


Si vede fino a che punto siano ingannevoli le spiegazioni di Frazer – credo – dal fatto che sarebbe possibile inventare assai facilmente per conto proprio dei costumi primitivi e che sarebbe un caso se essi non venissero realmente scoperti da qualche parte. Ciò significa che il principio secondo cui tali costumi sono regolati è ben più generale di quanto Frazer non esplichi e che esso è presente all’interno della nostra stessa anima, così che potremmo concepire da noi tutte le possibilità. – Possiamo ben immaginare ad esempio che il re di una tribù sia tenuto al riparo dalla vista di chiunque, ma altrettanto bene che chiunque {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 318}} faccia parte della tribù debba vederlo. Allora non si lascerà certamente che quest’ultima cosa avvenga in maniera più o meno casuale, bensì il re verrà ''mostrato'' al popolo. Forse non verrà consentito a nessuno di toccarlo, forse invece tutti ''dovranno'' toccarlo. Pensiamo che dopo la morte di Schubert, il fratello fece a pezzetti le sue partiture e ne diede alcune battute ai suoi studenti più amati. Questo atto, come segno di pietà, ci risulta ''altrettanto'' comprensibile quanto quello di custodire intatti gli spartiti e non lasciare che nessuno vi abbia accesso. Se il fratello di Schubert avesse bruciato le partiture, anche questo avrebbe potuto essere concepito come segno di pietà.
Si vede fino a che punto siano ingannevoli le spiegazioni di Frazer – credo – dal fatto che sarebbe possibile inventare assai facilmente per conto proprio dei costumi primitivi e che sarebbe un caso se essi non venissero realmente scoperti da qualche parte. Ciò significa che il principio secondo cui tali costumi sono regolati è ben più generale di quanto Frazer non esplichi e che esso è presente all’interno della nostra stessa anima, così che potremmo concepire da noi tutte le possibilità. – Possiamo ben immaginare ad esempio che il re di una tribù sia tenuto al riparo dalla vista di chiunque, ma altrettanto bene che chiunque {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 318}} faccia parte della tribù debba vederlo. Allora non si lascerà certamente che quest’ultima cosa avvenga in maniera più o meno casuale, bensì il re verrà ''mostrato'' al popolo. Forse non verrà consentito a nessuno di toccarlo, forse invece tutti ''dovranno'' toccarlo. Pensiamo che, dopo la morte di Schubert, il fratello fece a pezzetti le sue partiture e ne diede alcune battute ai suoi studenti più amati. Questo atto, come segno di pietà, ci risulta ''altrettanto'' comprensibile quanto quello di custodire intatti gli spartiti e non lasciare che nessuno vi abbia accesso. Se il fratello di Schubert avesse bruciato le partiture, anche questo avrebbe potuto essere concepito come segno di pietà.


Il cerimoniale (caldo o freddo), in contrapposizione alla {{Udashed|casualità}} (tiepida), caratterizza la pietà.  
Il cerimoniale (caldo o freddo), in contrapposizione alla {{Udashed|casualità}} (tiepida), caratterizza la pietà.  
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Sì, le spiegazioni di Frazer non sarebbero affatto spiegazioni se non facessero appello alla fin fine a un’inclinazione in noi stessi.
Sì, le spiegazioni di Frazer non sarebbero affatto spiegazioni se non facessero appello alla fin fine a un’inclinazione in noi stessi.


Il mangiare e il bere sono collegati a un rischio non soltanto per i selvaggi, ma anche per noi; niente è più naturale che il volersi proteggere da {{Udashed|queste cose}}: e noi stessi potremmo inventare talune misure precauzionali. – Ma secondo quale principio lo facciamo? //Per quale principio le escogitiamo?// Ovviamente questo: tutti i rischi vengono ridotti formalmente ad alcuni assai semplici che sono senz’altro visibili per chiunque. Dunque secondo lo stesso principio secondo il quale le persone incolte fra noi dicono che la malattia si sposta dalla testa al petto etc. etc. La personificazione giocherà naturalmente un ruolo importante in queste immagini semplicistiche, poiché ci è noto //è noto a tutti//, che gli uomini (dunque gli spiriti) possono diventare pericolose per gli uomini.
Il mangiare e il bere sono collegati a un rischio non soltanto per i selvaggi, ma anche per noi; niente è più naturale del volersi proteggere da {{Udashed|queste cose}}: e noi stessi potremmo inventare talune misure precauzionali. – Ma secondo quale principio lo facciamo? //Per quale principio le escogitiamo?// Ovviamente questo: tutti i rischi vengono ridotti formalmente ad alcuni assai semplici che sono senz’altro visibili per chiunque. Dunque secondo lo stesso principio secondo il quale le persone incolte fra noi dicono che la malattia si sposta dalla testa al petto etc. etc. La personificazione giocherà naturalmente un ruolo importante in queste immagini semplicistiche, poiché ci è noto //è noto a tutti//, che gli uomini (dunque gli spiriti) possono diventare pericolosi per gli uomini.


Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 319}}, in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé ogni giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, {{Udashed|emergerà}} //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò che noi realmente conosciamo e che risulta interessante.
Che l’ombra di un uomo, che vediamo come una figura umana, o la sua immagine riflessa nello specchio, che la pioggia, il temporale, le fasi lunari, i cambiamenti stagionali, la somiglianza e dissomiglianza degli animali fra di loro e rispetto all’uomo, le raffigurazioni della morte, della nascita e della vita sessuale, {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 319}} in breve che tutto ciò che l’uomo percepisce attorno a sé giorno dopo giorno, in modi molteplici fra loro concatenati, {{Udashed|emergerà}} //giocherà un ruolo// nel suo pensiero (nella sua filosofia) e nelle sue usanze va da sé, ovvero è proprio ciò di cui noi realmente abbiamo conoscenza e che risulta interessante.


Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non «perché non se lo riesce a spiegare» (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una «spiegazione», infatti, diventa forse meno impressionante?
Come avrebbe potuto il fuoco, o la somiglianza del fuoco con il sole, non suscitare un’impressione sullo spirito umano al suo destarsi? Ma magari non «perché non se lo riesce a spiegare» (sciocca superstizione della nostra epoca) – per mezzo di una «spiegazione», infatti, diventa forse meno impressionante?
Line 141: Line 141:
Nel caso della magica guarigione di una malattia, le si ''significa'' ch’essa dovrebbe allontanarsi dal paziente.
Nel caso della magica guarigione di una malattia, le si ''significa'' ch’essa dovrebbe allontanarsi dal paziente.


Descrivendo un curativo magico siffatto si vorrebbe sempre dire: se la malattia non comprende ''questo'', allora non so ''come'' di debba dirglielo.
Descrivendo un curativo magico siffatto si vorrebbe sempre dire: se la malattia non comprende ''questo'', allora non so ''come'' si debba dirglielo.


Niente è tanto difficile come //quanto// la correttezza al cospetto dei fatti.
Niente è tanto difficile come //quanto// la correttezza al cospetto dei fatti.
Line 149: Line 149:
Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 320}} e che si potrebbero chiamare azioni rituali.
Il che significa che si potrebbe cominciare un libro di antropologia in questo modo: se si osservano la vita e i comportamenti dell’uomo su questa terra, si nota che essi, fatte salve le azioni che si potrebbero definire animalesche, come procacciarsi il cibo, etc. etc., sviluppano anche certe azioni che recano con sé un carattere //loro proprio// del tutto differente {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 320}} e che si potrebbero chiamare azioni rituali.


Tuttavia, è insensato arrivare ora al punto di affermare che la caratteristica di ''queste'' azioni sia che esse scaturiscono da visioni fallaci della fisica degli oggetti. (Così fa Frazer quando dice che la magia è essenzialmente una fisica erronea, oppure una medicina //farmacopea// erronea, una tecnica erronea, etc.).
Tuttavia, è insensato arrivare ora al punto di affermare che la caratteristica di ''queste'' azioni è che esse scaturiscono da visioni fallaci della fisica degli oggetti. (Così fa Frazer quando dice che la magia è essenzialmente una fisica erronea, oppure una medicina //farmacopea// erronea, una tecnica erronea, etc.).


Anzi, la caratteristica dell’attitudine rituale non è affatto una veduta, un’opinione, che sia corretta o scorretta, sebbene in sé un’opinione – una credenza – possa anche essere rituale, possa appartenere a un rito.
Anzi, la caratteristica dell’attitudine rituale non è affatto una veduta, un’opinione, che sia corretta o scorretta, sebbene in sé un’opinione – una credenza – possa anche essere rituale, possa appartenere a un rito.


Quando si giudica scontato che l’uomo si diverta nella sua fantasia, si tenga a mente che tale fantasia non è come un’immagine dipinta o un modello plastico, bensì una raffigurazione complessa dalle componenti eterogenee: parole e immagini.
Quando si giudica scontato che l’uomo si diverta nella sua fantasia, si tenga a mente che tale fantasia non è come un’immagine dipinta o un modello plastico, bensì una raffigurazione complessa dalle componenti eterogenee: parole e immagini. In tal modo non si metterà più in contrapposizione l’operato dei segni scritti e orali con l’operato delle «rappresentazioni immaginifiche» degli eventi.
 
Si arriva così a non mettere più in contrapposizione l’operato delle parole scritte e orali con l’operato delle «rappresentazioni immaginifiche» degli eventi.


Dobbiamo arare tutto il linguaggio.  
Dobbiamo arare tutto il linguaggio.  
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Le ''sue'' spiegazioni dei costumi primitivi sono molto più rozze del senso di questi stessi costumi.
Le ''sue'' spiegazioni dei costumi primitivi sono molto più rozze del senso di questi stessi costumi.


La spiegazione storica, la spiegazione come ipotesi di sviluppo è solo ''uno'' dei modi in cui è possibile riunire i dati – sintetizzarli. È altrettanto possibile vedere i dati nei loro rapporti reciproci e riunirli in un’immagine generale, senza che ciò sia //senza farlo// nella forma di un’ipotesi sullo sviluppo temporale.
La spiegazione storica, la spiegazione come ipotesi di sviluppo è solo ''uno'' dei modi in cui è possibile riunire i dati – sintetizzarli. È altrettanto possibile vedere i dati nei loro rapporti reciproci e riunirli in un’immagine generale senza che ciò sia //senza farlo// nella forma di un’ipotesi sullo sviluppo temporale.


Identificazione delle proprie divinità con quelle di altri popoli. Ci si convince che i nomi possiedano lo stesso significato.
Identificazione delle proprie divinità con quelle di altri popoli. Ci si convince che i nomi possiedano lo stesso significato.
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{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 322}} Tuttavia, in questo caso un ipotetico elemento di congiunzione non dovrebbe far altro che indirizzare l’attenzione sulla somiglianza, sulla connessione tra i ''fatti''. Come se qualcuno {{Udashed|volesse}} illustrare //illustrasse// il rapporto interno tra la forma circolare ed ellittica trasformando gradualmente un’ellissi in un cerchio; ''ma non per sostenere che una certa ellissi di fatto, storicamente, sia derivata da un cerchio'' (ipotesi di sviluppo), ma soltanto aguzzare la nostra vista su una connessione formale.
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ts |number=211|page= 322}} Tuttavia, in questo caso un ipotetico elemento di congiunzione non dovrebbe far altro che indirizzare l’attenzione sulla somiglianza, sulla connessione tra i ''fatti''. Come se qualcuno {{Udashed|volesse}} illustrare //illustrasse// il rapporto interno tra la forma circolare ed ellittica trasformando gradualmente un’ellissi in un cerchio; ''ma non per sostenere che una certa ellissi di fatto, storicamente, sia derivata da un cerchio'' (ipotesi di sviluppo), ma soltanto per aguzzare la nostra vista su una connessione formale.


Ma anche l’ipotesi di sviluppo può essere vista come nient’altro che il //un// travestimento di una connessione formale.
Ma anche l’ipotesi di sviluppo può essere vista come nient’altro che il //un// travestimento di una connessione formale.